Luciano Spalletti, in occasione della conferenza stampa a Coverciano, ha parlato con grande lucidità e chiarezza degli imminenti impegni della Nazionale Italiana in Nations League, ma anche della grande emozione che lo pervade nel ricoprire il ruolo di commissario tecnico della Nazionale. Ha ribadito che allenare l’Italia e’ una delle sfide più stimolanti ed emozionanti della sua carriera, non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano. Spalletti ha sempre sottolineato come la Nazionale abbia un valore simbolico altissimo, capace di unire l’intero paese e di generare un orgoglio profondo nei giocatori, e ha detto che si sente onorato di farne parte.
Gli impegni imminenti: Belgio e Israele Spalletti si è poi concentrato sui due impegni imminenti della squadra. La prima partita contro il Belgio, prevista per giovedì 10 ottobre allo Stadio Olimpico di Roma, rappresenta un banco di prova importante. Il Belgio è una delle nazionali più forti d’Europa e affrontarlo in casa è sia un’opportunità che una responsabilità per la squadra italiana, che dovrà dimostrare di essere all’altezza di un avversario di questo calibro. La seconda partita, contro Israele, avrà luogo il 14 ottobre a Udine. Anche questa sfida, seppur con un avversario meno blasonato, è altrettanto importante per il cammino dell’Italia in Nations League. Entrambe le partite avranno inizio alle 20:45, un orario ormai consolidato per le partite della Nazionale, che garantisce la massima attenzione mediatica e la partecipazione dei tifosi.
L’importanza della continuità: motivazioni e crescita dei calciatori Uno dei temi centrali del discorso di Spalletti è stato il concetto di continuità. Il ct ha sottolineato l’importanza di dare continuità al progetto tecnico, di non smettere mai di lavorare su ciò che è stato fatto finora, mantenendo alta l’attenzione e la motivazione. Spalletti ha ribadito che i momenti in cui la squadra si ritrova sono fondamentali non solo per il percorso con la Nazionale, ma anche per la crescita individuale dei calciatori. Ha parlato della connessione tra il rendimento in Nazionale e quello nei club: “Sfruttare bene queste giornate azzurre fa bene anche per il futuro nei club. I calciatori, se fanno bene qui, fanno bene anche nelle loro squadre”. Questo dimostra come Spalletti veda il suo ruolo anche come una guida per aiutare i giocatori a svilupparsi a tutto tondo, influenzando positivamente il loro rendimento su più fronti.
Lo spirito di gruppo e l’entusiasmo dei giocatori Durante la conferenza, Spalletti ha elogiato l’entusiasmo e lo spirito con cui i calciatori si sono ritrovati a Coverciano per il raduno. Ha raccontato come il gruppo sia coeso e determinato, con i giocatori che dimostrano ogni volta una grande gioia nel vestire la maglia azzurra. “Ho rivisto lo spirito della sosta precedente, con la gioia di vestire questa maglia”, ha detto Spalletti, evidenziando come questo entusiasmo sia un motore fondamentale per affrontare le sfide future. Per lui, questo tipo di energia positiva è alla base del successo di una squadra: un gruppo che si diverte e che ama giocare insieme è capace di superare anche i momenti di difficoltà.
Infortuni e la gestione del carico di lavoro Uno dei punti più dibattuti durante la conferenza è stato quello legato agli infortuni e al calendario troppo fitto. In molti nel mondo del calcio credono che il numero elevato di partite sia una delle cause principali degli infortuni tra i giocatori, ma Spalletti ha offerto una prospettiva differente. Secondo lui, gli infortuni non dipendono tanto dalla fatica muscolare quanto dalla pressione mentale a cui i calciatori sono sottoposti. Ha spiegato che quando una squadra funziona bene e i giocatori sono sereni, anche la gestione del carico fisico diventa più semplice. “Gli infortuni succedono, molto dipende dalla pressione che hanno nella testa, non dalla fatica muscolare”, ha dichiarato il ct.
Spalletti ha inoltre fatto una distinzione tra le squadre meno attrezzate, che effettivamente potrebbero soffrire di un calendario congestionato, e quelle con rose più ampie e di qualità. Le squadre con almeno 25 giocatori, ha affermato, dovrebbero essere in grado di gestire bene il carico di lavoro, utilizzando la profondità della rosa per far fronte ai tanti impegni. Il ct ha anche ribadito l’importanza di dare spazio a tutti i giocatori, incluse le riserve, che spesso non ricevono la stessa fiducia dei titolari: “Bisogna avere il coraggio di far giocare tutti, facendo crescere quelle che vengono considerate riserve”.
I nuovi convocati: Daniel Maldini e Niccolò Pisilli Spalletti ha poi affrontato il tema dei nuovi convocati, dedicando attenzione a due giovani di grande prospettiva: Daniel Maldini e Niccolò Pisilli. Parlando di Maldini, figlio di Paolo e nipote di Cesare, Spalletti ha sottolineato come il giovane del Monza abbia mostrato una crescita importante nelle ultime stagioni. Maldini è stato elogiato per le sue qualità tecniche e fisiche, anche se Spalletti ha ammesso che a volte può “assentarsi” dal gioco. Tuttavia, il ct è convinto che l’esperienza con la Nazionale possa essere un momento di svolta per il giovane: “Vediamo che effetto gli fa stare qui questa settimana”.
Pisilli, invece, è stato descritto come un giocatore “bifasico”, cioè capace di essere efficace sia in fase difensiva che offensiva. Spalletti ha riportato le parole di Daniele De Rossi, che ha allenato Pisilli nelle giovanili della Roma e che lo ha definito un giocatore con un grande senso del gol, anche nelle partitine di allenamento. Pisilli, con la sua energia e la sua propensione al gol, ha meritato la chiamata in Nazionale e Spalletti ha sottolineato quanto il giovane centrocampista possa crescere ulteriormente in questo contesto.
Il modulo 3-4-2-1 e la gestione degli esterni Dal punto di vista tattico, Spalletti sembra intenzionato a confermare il modulo 3-4-2-1, che ha dato buone risposte nelle partite precedenti. Uno dei punti su cui si è soffermato è stato il ruolo degli esterni offensivi, come Zaccagni e Chiesa. Molti si chiedono se un modulo del genere possa penalizzare giocatori con caratteristiche da esterno puro, ma Spalletti ha spiegato che questi giocatori possono adattarsi anche a ruoli più centrali, come già dimostrato nei loro club. Ha citato l’esempio di Zaniolo, che sotto Gasperini sta già interpretando il ruolo di seconda punta con ottimi risultati.
La scelta di convocare 23 giocatori: un gruppo compatto Infine, Spalletti ha spiegato la sua decisione di convocare 23 giocatori anziché i soliti 26. La scelta è stata dettata dalla volontà di mantenere un gruppo più compatto e gestibile, evitando di lasciare troppi giocatori fuori dai convocati per le partite. “Dobbiamo essere un gruppo forte”, ha dichiarato, sottolineando come questa compattezza possa favorire lo spirito di squadra e la coesione all’interno del gruppo.