L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, magistrati, esperti finanziari e delle forze dell’ordine, con un focus sulle nuove minacce legate alle criptovalute, all’intelligenza artificiale e agli investimenti illeciti nei fondi del PNRR.
Il convegno è stato un primo passo per consolidare la strategia di contrasto al riciclaggio. Presenti esponenti della Guardia di Finanza, Banca d’Italia, Unità di Informazione Finanziaria (UIF) e della Procura Nazionale Antimafia, a dimostrazione del fatto che il problema è una priorità per l’intero sistema economico e giudiziario.
Secondo i dati presentati, il riciclaggio rappresenta tra l’1,5% e il 2% del PIL italiano, ovvero circa 25-35 miliardi di euro ogni anno, mentre a livello globale questa cifra si aggira tra 800 miliardi e 2 trilioni di dollari. Cifre enormi, che dimostrano come il denaro sporco continui a infiltrarsi nei mercati legali.
Un tema centrale della puntata è stato il ruolo delle criptovalute e della blockchain. Come ha spiegato la dottoressa Morandi, il narcotraffico ha quasi completamente abbandonato l’uso del denaro fisico a favore delle criptovalute.
La blockchain garantisce sicurezza e tracciabilità delle transazioni, ma rende estremamente difficile identificare i soggetti coinvolti. Questo ha portato a operazioni complesse di riciclaggio, con fondi che transitano in paradisi fiscali digitali e vengono “puliti” senza lasciare tracce evidenti.
Per rafforzare il contrasto, l’Unione Europea ha creato AMLA (Anti-Money Laundering Authority), un organismo che sorveglierà direttamente le 50 istituzioni finanziarie più importanti e coordinerà le FIU (Financial Intelligence Units) dei vari Paesi. L’obiettivo è armonizzare le norme e garantire che il riciclaggio venga combattuto con le stesse regole in tutta Europa.
L’Italia avrà un ruolo chiave, con la neoeletta presidente di AMLA che è italiana. Un segnale forte che dimostra l’impegno del nostro Paese su questo fronte.
Un’altra emergenza riguarda gli appalti pubblici e i fondi del PNRR. Con l’enorme quantità di denaro in circolazione, le organizzazioni criminali possono infiltrarsi nel sistema degli appalti pubblici grazie a offerte al ribasso che le aziende oneste non possono competere.
Il risultato? Società di facciata vincono gare, aumentano i costi in corso d’opera e ripuliscono il denaro sporco. La Guardia di Finanza ha già avviato controlli mirati per evitare infiltrazioni.
UN PROBLEMA CHE RIGUARDA TUTTI
Lotta al riciclaggio non significa solo normative e controlli, ma anche cultura della legalità. Notai, avvocati, commercialisti e tecnici devono essere più consapevoli del loro ruolo e delle responsabilità nella prevenzione di attività illecite.
L’IRFA continuerà a lavorare in questa direzione, promuovendo formazione e sensibilizzazione per i professionisti, perché la legalità non può essere solo un concetto astratto, ma una pratica quotidiana.