Non sono i soldi: ecco il vero motivo per cui i talenti lasciano le aziende.

Perchè i leader sensibili ottengono risultati migliori dal proprio team?

Nel recente episodio del “Salotto del Coach” di CasaRadio, Maurizio ha ospitato Elvira Cuka, guida al benessere specializzata in emozioni e benessere fisico e mentale a 360 gradi, per una conversazione illuminante sulla leadership sensibile, un tema sempre più attuale nel mondo del lavoro contemporaneo.

Cos’è esattamente la leadership sensibile? Elvira Cuka la definisce come una guida basata sulla profonda conoscenza di se stessi e sull’ascolto consapevole delle proprie emozioni. Si tratta di un approccio radicalmente diverso dalla leadership tradizionale, che si concentra prevalentemente su performance, obiettivi numerici e risultati quantificabili.

“La leadership sensibile non toglie efficienza, ma la moltiplica”, spiega Elvira durante la trasmissione. Il paradosso apparente si risolve in una verità semplice ma potente: le persone lavorano meglio quando si sentono considerate, viste e riconosciute nel loro valore umano, non solo professionale.

Durante la conversazione, emerge un dato preoccupante: molti talenti abbandonano le aziende proprio a causa di ambienti lavorativi che non tengono conto del benessere emotivo dei dipendenti. La leadership basata esclusivamente su autorità rigida e pressione per i risultati crea tensione, alza le difese e, paradossalmente, riduce la produttività complessiva.

Maurizio condivide durante la trasmissione una frase significativa: “Un leader sensibile fa respirare, abbassa le difese e scioglie la tensione”. È proprio questa capacità di creare uno spazio sicuro che permette alle persone di esprimere il loro massimo potenziale.

La sensibilità come potere.

Uno dei momenti più interessanti della conversazione riguarda la percezione della sensibilità nel contesto professionale. Elvira chiarisce un equivoco comune: essere sensibili non significa affatto essere deboli. Al contrario, la sensibilità è un vero e proprio superpotere che permette di percepire le situazioni prima che si manifestino completamente e di guidare attraverso l’esempio piuttosto che l’imposizione.

“La sensibilità è una forza interiore che permette di evitare l’autorità rigida”, sottolinea Elvira. Questa forza si manifesta nella capacità di stare presenti, di sentire le emozioni proprie e altrui, e di agire di conseguenza con empatia e consapevolezza.

La conversazione tocca anche un aspetto generazionale fondamentale. Maurizio nota come i giovani di oggi abbiano più coraggio nel cambiare lavoro quando l’ambiente aziendale non rispecchia i loro valori. Condividendo un esempio personale legato a suo figlio, sottolinea l’importanza di trovare un posto dove si sta bene, piuttosto che focalizzarsi esclusivamente sull’aspetto economico.

Questa nuova sensibilità generazionale sta spingendo le aziende a ripensare i propri modelli di leadership. Non è più sufficiente offrire uno stipendio competitivo: le persone cercano ambienti dove possano crescere come individui, non solo come professionisti.

Una domanda cruciale emerge durante la trasmissione: come possono i leader tradizionali, specialmente quelli che occupano ruoli da vent’anni, trasformarsi in leader sensibili? Elvira risponde con onestà: questo richiede lavoro personale e conoscenza profonda delle proprie emozioni.

Maurizio racconta un esempio emblematico di un agente immobiliare che, diventando socio, passò da un atteggiamento collaborativo a uno autoritario. Questo dimostra come il ruolo e la posizione possano influenzare negativamente le interazioni quando manca una solida consapevolezza emotiva.

Il lavoro di Elvira si concentra sull’ascolto del corpo e delle emozioni per portare un benessere complessivo alle persone. Nel contesto aziendale, questo significa creare spazi dove i dipendenti possano esprimersi autenticamente, dove i loro bisogni emotivi vengano riconosciuti e dove il benessere personale sia considerato parte integrante della performance professionale.

La leadership sensibile rappresenta più di una semplice tendenza: è un cambiamento paradigmatico nel modo di concepire il lavoro e le relazioni professionali. Come sottolinea Maurizio, esiste il rischio che termini come “leadership gentile” vengano abusati o svuotati di significato. Per questo è fondamentale comprendere che la leadership sensibile è una pratica concreta, non uno slogan.

In conclusione, l’intervista con Elvira Cuka ci ricorda che il futuro del lavoro passa attraverso la capacità di integrare professionalità ed umanità, efficienza ed empatia, risultati e benessere. Una lezione preziosa per chiunque guidi un team o aspiri a farlo, ma anche per chi cerca un ambiente lavorativo dove poter esprimere pienamente se stesso.

L’audio della rubrica è disponibile su Spotify:
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