Monsignor Vincenzo Paglia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, è intervenuto a “Buongiorno Italia” di Casa Radio, ospite del direttore Giovanni Lacagnina, per affrontare con profondità temi di grande attualità: il significato autentico del Natale, il rispetto delle diverse fedi religiose e il ruolo del Vaticano nella promozione della pace internazionale, con particolare attenzione al conflitto in Ucraina.
Il quotidiano La Verità di Maurizio Belpietro ha riportato la notizia secondo cui la sinistra vorrebbe modificare le celebrazioni natalizie per rispettare le altre religioni. Monsignor Paglia ha spiegato che, sebbene il rispetto delle diverse fedi sia un principio fondamentale, tali discussioni non dovrebbero stravolgere il significato autentico del Natale. “Il Natale non è soltanto una ricorrenza religiosa”, ha sottolineato, “ma un patrimonio culturale, storico e spirituale che attraversa secoli e continenti. Esprime valori universali come l’accoglienza, la solidarietà e il rispetto delle differenze, e rappresenta un momento in cui la comunità si riscopre unita”.
Il simbolo del Bambino nella mangiatoia
La centralità del Bambino nella mangiatoia, secondo Monsignor Paglia, simboleggia umanità e apertura agli altri. “Questa immagine può essere osservata con attenzione anche da persone di altre religioni, senza che ciò comporti imposizioni o offese”, ha spiegato. “Il Natale diventa così un’occasione per riscoprire un linguaggio universale, capace di parlare a chiunque desideri aprirsi all’umanità e alla fratellanza”.
Dal punto di vista teologico, il prelato ha ricordato la peculiarità del Cristianesimo: mentre molte religioni rappresentano uno sforzo dell’uomo per avvicinarsi a Dio, il messaggio cristiano è l’opposto: Dio si avvicina all’uomo gratuitamente. “Questo principio rende il Natale un momento di grazia e apertura, capace di trasformare il cuore delle persone. È un invito a vivere la propria fede con autenticità, senza prevaricare le altre culture e senza rinunciare alla propria identità religiosa”.
Natale nella storia e nella cultura europea
Monsignor Paglia ha poi inquadrato il Natale nella sua dimensione storica e culturale. La tradizione natalizia italiana ed europea, con le sue immagini, musiche e celebrazioni, è frutto di secoli di cultura e di emozioni condivise. Dalla Natività di San Francesco d’Assisi al presepe napoletano, fino alle grandi celebrazioni pubbliche nelle piazze delle città europee, il Natale ha sempre rappresentato un momento di incontro tra il sacro e il sociale.
“Chiunque voglia ridurre o banalizzare questo significato rischia di perdere un patrimonio prezioso di umanità e spiritualità”, ha osservato Monsignor Paglia. Persino persone appartenenti ad altre religioni possono trovare in queste immagini un insegnamento di attenzione, affetto e solidarietà, senza rinunciare alla propria fede. Il Natale, in questa prospettiva, diventa uno strumento educativo di convivenza e tolleranza, capace di rafforzare il senso di comunità e di trasmettere valori condivisi.
Monsignor Paglia ha ricordato anche come molte tradizioni natalizie abbiano radici antiche: dai riti pagani del solstizio d’inverno, che celebravano la luce che ritorna, fino all’inserimento della festa cristiana nel calendario liturgico. Questo intreccio tra cultura popolare e fede religiosa ha dato vita a un patrimonio che non è solo spirituale, ma anche sociale e artistico: musica, poesia, arte e architettura sono state tutte influenzate dal Natale nel corso dei secoli.
Il ruolo del Vaticano nella promozione della pace
L’Eminenza ha poi collegato il discorso sul Natale alla situazione internazionale, con particolare attenzione al conflitto in Ucraina. “Il ruolo del Vaticano è fondamentale nel promuovere gesti concreti di pace e mediazione”, ha spiegato. Attraverso iniziative diplomatiche e umanitarie, la Santa Sede cerca di facilitare un cessate il fuoco e di creare spazi di dialogo tra le parti in conflitto. Monsignor Paglia ha sottolineato la speranza di arrivare almeno a una tregua immediata, evidenziando come anche un gesto simbolico, come la sospensione dei combattimenti durante il periodo natalizio, possa avere un valore enorme per milioni di persone.
Ha ricordato con realismo le difficoltà del momento: “Mentre si discute di pace, continuano le ostilità. La Russia ha una responsabilità maggiore nel conflitto, ma anche l’Ucraina ha il diritto di difendersi. Ciò che conta ora è fermare le azioni militari e aprire un dialogo politico serio, costruttivo e duraturo. Prima di parlare di soluzioni politiche a lungo termine, è necessario creare condizioni concrete per ridurre il dolore immediato dei civili e permettere un confronto reale tra le parti in conflitto”.
La dimensione sociale e culturale del Natale
Oltre al ruolo diplomatico, Monsignor Paglia ha sottolineato il valore sociale del Natale. Le celebrazioni natalizie hanno storicamente contribuito a rafforzare il senso di comunità, promuovere atti di carità e incoraggiare la riflessione sull’importanza della pace e della giustizia sociale. In molte città italiane, dai piccoli borghi alle grandi metropoli, le tradizioni natalizie rappresentano un momento di incontro e di scambio culturale, capace di trasmettere valori condivisi di rispetto e solidarietà.
“Il Natale non è solo un evento liturgico o una festa familiare”, ha osservato, “ma un’occasione per riflettere sul senso della nostra vita e sul modo in cui costruiamo legami con gli altri. È il momento in cui possiamo riscoprire la bellezza di piccoli gesti concreti di accoglienza e solidarietà, in grado di trasformare la società e il mondo che ci circonda”.
Monsignor Paglia ha anche ricordato che, nel corso dei secoli, il Natale ha sempre avuto un ruolo educativo e sociale: le confraternite, le opere di carità, le iniziative culturali e le rappresentazioni sacre hanno contribuito a formare cittadini più attenti al bene comune e alla responsabilità verso gli altri.
Riconoscimenti internazionali e impegno quotidiano
Per il suo impegno nella promozione della pace e della dignità delle persone, l’Arcivescovo ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui la medaglia dell’UNESCO, premi da enti e governi stranieri e riconoscimenti ufficiali dal governo albanese. Tuttavia, egli stesso ha sottolineato che l’essenziale non sono i premi, ma l’azione quotidiana e concreta per migliorare la vita delle persone e promuovere la riconciliazione tra i popoli.
“Il vero impegno si misura nelle azioni di ogni giorno, nel sostegno a chi soffre e nella capacità di costruire ponti tra le persone e le culture. La pace non è solo un obiettivo politico, ma un cammino di responsabilità condivisa, un percorso che richiede costanza e dedizione da parte di tutti”.
Un appello per un Natale di pace
Concludendo il suo intervento, Monsignor Paglia ha rivolto a tutti un messaggio di speranza e serenità per il Natale. Ha invitato a vivere le festività non come una mera ricorrenza, ma come un’occasione per compiere gesti concreti di dialogo, accoglienza e pace. In un momento così delicato per il mondo, il suo messaggio rappresenta un richiamo alla responsabilità di ciascuno nel costruire un futuro di fraternità, giustizia e rispetto reciproco, con un appello particolare affinché almeno per il Natale cessino le armi: “Che questo periodo di festa sia un momento di tregua e di riconciliazione, un’occasione per fermare le ostilità e dare spazio al dialogo e alla pace, almeno nel giorno della nascita di Cristo. La pace inizia da gesti concreti, dalla responsabilità di ciascuno, e il Natale ci ricorda che ogni uomo, ogni popolo, ha diritto a vivere in sicurezza e dignità”.









