Washington, 17 aprile 2025 – Una data destinata a entrare nei libri di storia della diplomazia italiana. Alle 12 in punto, tra gli imponenti cancelli della Casa Bianca, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni viene accolta da Donald Trump con tutti gli onori di un capo di Stato amico, in un incontro tanto simbolico quanto concreto, seguito in diretta da milioni di ascoltatori anche in Italia, grazie alla trasmissione Buongiorno Italia di Casa Radio, condotta dal direttore Giovanni Lacagnina.
Fin dal primo istante, il tono è chiaro: stima reciproca, rispetto istituzionale e un sincero spirito di collaborazione. Trump si alza per accogliere Meloni, le stringe la mano con calore e la definisce una “great person”, aggiungendo con enfasi che “sta facendo un ottimo lavoro”. Una dichiarazione pubblica che sancisce, senza ambiguità, il riconoscimento della leadership italiana e del lavoro portato avanti dal governo Meloni.
Parole forti da un alleato strategico
Non è la prima volta che Trump si esprime in termini lusinghieri verso Giorgia Meloni, ma in questa occasione i complimenti assumono un peso diverso. Il tycoon americano la definisce più volte una “fantastica leader” e sottolinea come la relazione con lei e con l’Italia sia “ottima e costruttiva”. Un attestato che va oltre la cortesia diplomatica: è il segnale di un’Italia tornata protagonista e rispettata sulla scena globale, grazie alla fermezza e alla visione della sua premier.
Accoglienza calorosa e simbolica
Il ricevimento alla Casa Bianca è impeccabile. La presidente del Consiglio arriva accompagnata da una delegazione selezionata e di alto profilo. L’accoglienza è sobria ma ricca di significato. Trump ha voluto organizzare un pranzo di lavoro per discutere di temi cruciali, ma anche per cementare un rapporto politico e umano che si è andato rafforzando negli ultimi mesi.
Accanto a Trump siedono figure di rilievo dell’entourage repubblicano: il vicepresidente J.D. Vance, destinato a incontrare Meloni anche a Roma, il consigliere per la sicurezza Michael Waltz, il segretario al Tesoro Scott Bessent e il segretario alla Difesa Pete Hegseth. Per la parte italiana, la presidente è affiancata dal consigliere diplomatico Fabrizio Saggio, dal consigliere militare generale Franco Federici e dall’ambasciatrice a Washington Mariangela Zappia.
La presenza della stampa durante una parte del pranzo è una scelta non scontata, simbolo di trasparenza e della volontà di condividere con il mondo un momento di alto valore istituzionale.
Dazi, diplomazia e fermezza
Tra i temi al centro del confronto, quello dei dazi ha occupato uno spazio di rilievo. Un argomento delicato, che Meloni ha affrontato con la consueta lucidità e concretezza. “Sono qui anche per cercare un’intesa”, ha dichiarato Trump, aprendo di fatto un canale diretto con l’Italia e lasciando intravedere la possibilità di una futura trattativa con l’Unione europea.
Sebbene Trump abbia ribadito la bontà della sua strategia economica – “i dazi ci stanno arricchendo”, ha affermato – ha riconosciuto l’importanza dell’Italia come mediatore e ha accettato ufficialmente l’invito di Meloni a visitare il nostro Paese. In quell’occasione, ha aggiunto, potrebbe valutare la possibilità di un confronto anche con i vertici europei.
La premier smentisce con eleganza
Non è mancato un momento di tensione, subito risolto grazie alla prontezza della presidente Meloni. Un giornalista ha chiesto a Trump se confermasse di considerare gli europei dei “parassiti”, alludendo a una presunta dichiarazione passata. Meloni ha subito preso la parola con determinazione, chiarendo che quelle parole “non sono mai state pronunciate”. Trump, colto di sorpresa, ha confermato: “Non l’ho detto, non so di cosa state parlando”, sdrammatizzando con un sorriso.
Un episodio che ha mostrato, ancora una volta, le qualità diplomatiche della premier italiana, capace di mantenere il controllo e di proteggere il dialogo da strumentalizzazioni.
Un’Italia che parla da pari con i grandi del mondo
Giorgia Meloni esce da questo incontro rafforzata su più fronti. Non solo ha consolidato un’alleanza strategica con una delle principali potenze mondiali, ma ha anche riaffermato l’Italia come attore credibile, rispettato e ascoltato.
La sua visione chiara, la determinazione nei dossier più complessi e la capacità di costruire ponti laddove altri vedono muri, le stanno permettendo di ridisegnare il ruolo dell’Italia nel mondo. Da semplice osservatore a protagonista. Da voce tra tante, a voce ascoltata.
Una premier forte, autorevole, rispettata. Un’Italia che torna al centro.