Malan: “Niente giochi di Palazzo per il 2027, serve equilibrio politico e rispetto per la volontà degli elettori».

Dal sostegno a Kyiv al Ponte sullo Stretto: il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato analizza la fase politica e difende la manovra.

Il senatore Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, ospite di Buongiorno Italia di Casa Radio  da Giovanni Lacagnina, ha affrontato una lunga serie di questioni che attraversano la politica italiana: dalla manovra economica alle tensioni internazionali, dalle riforme in discussione alla strategia delle opposizioni. In un momento in cui la legge di bilancio entra nel vivo della trattativa parlamentare e la scena politica appare in costante fibrillazione, Malan ha offerto una lettura più ampia del lavoro che il governo sta portando avanti, cercando di ricomporre uno scenario che spesso si presenta frammentato e dominato da polemiche,  anche  per le possibili alleanze dell’opposizione verso il 2027. «

Con un tono fermo ma disteso, il senatore ha restituito una visione d’insieme che lega tra loro sicurezza internazionale, equità fiscale, modernizzazione delle infrastrutture e stabilità istituzionale. Una visione che, nelle intenzioni del centrodestra, punta a consolidare risultati e ad anticipare le sfide dei prossimi anni.

Il primo fronte affrontato è stato quello della guerra in Ucraina, tema che continua a dividere non solo l’opinione pubblica ma anche alcune componenti della maggioranza. Malan ha ricordato la gravità della situazione: “Quello che succede in Ucraina indigna profondamente il popolo ucraino e preoccupa anche noi”, ha detto, ricordando che la dimensione umanitaria della guerra non può essere offuscata dai casi di corruzione che hanno recentemente scosso Kyiv.

Il senatore ha riconosciuto che esistono sensibilità diverse all’interno della coalizione, con la Lega più prudente sull’invio di armi. Ma ha anche ribadito che l’Italia non può permettersi oscillazioni: la richiesta di trasparenza sugli aiuti è legittima — ha spiegato — ma non può trasformarsi in un disimpegno politico. “Non si può abbandonare un popolo intero perché qualcuno ha cercato di arricchirsi approfittando della sofferenza altrui.”

Malan ha richiamato il principio di coerenza internazionale: l’Italia ha assunto impegni precisi in sede NATO e UE, e deve rispettarli con responsabilità, evitando di mandare segnali ambigui a partner e alleati. Un discorso che, nelle sue parole, trascende la contingenza politica e riguarda la credibilità del Paese.

Uno dei capitoli più articolati dell’intervista riguarda il tema del mini-condono edilizio. Malan ha ricostruito le origini del problema, risalenti al 2003, quando la Campania — allora guidata dal centrosinistra — non completò gli adempimenti necessari affinché i cittadini potessero accedere alla sanatoria nazionale. La Corte costituzionale intervenne solo anni dopo, stabilendo che quegli atti erano obbligatori: ma ormai i termini erano scaduti.

Questo ha prodotto una distorsione che, per il senatore, merita di essere sanata: in tutta Italia migliaia di situazioni edilizie vennero regolarizzate, mentre in Campania — e in parte nel Lazio — il processo rimase bloccato, penalizzando migliaia di famiglie che avevano fatto domanda rispettando la legge nazionale.

Malan ha insistito sul fatto che la riapertura dei termini non significa affatto incentivare nuovi abusi. I paletti restano molto rigidi: niente sanatorie nelle aree soggette a vincoli ambientali, nelle zone a rischio sismico elevato, lungo le coste o nei territori protetti. L’obiettivo, nelle intenzioni della maggioranza, è correggere una storica irregolarità amministrativa.

“La vera giustizia — ha affermato — è dare a tutti gli stessi diritti che la legge già garantiva, ma che furono negati da inefficienze regionali.”

Sul fronte dei finanziamenti europei, Malan ha affrontato la proposta da 137 miliardi avanzata da Ursula von der Leyen per rafforzare il supporto militare a Kyiv. Il senatore ha ammesso che molti cittadini si chiedono perché l’Europa riesca a trovare ingenti risorse per la difesa mentre la sanità, in molti Paesi membri, soffre carenze strutturali.

“È legittimo voler più fondi per ospedali, medici, infrastrutture sanitarie”, ha spiegato.
Ma ha ribadito che la manovra italiana non solo non sottrae risorse alla sanità, ma le incrementa. L’impegno verso l’Ucraina, dunque, non avviene — secondo Malan — a scapito dei servizi essenziali.

Uno dei punti più caldi della manovra riguarda la riforma degli affitti brevi. Malan ha spiegato che non si tratta di una misura punitiva, ma di un intervento che distingue tra due realtà ormai molto diverse: il proprietario che affitta la propria casa poche settimane l’anno e chi, invece, dispone di decine di immobili trasformati in una vera attività commerciale.

Il senatore ha ricordato che nelle grandi città la crescita degli affitti brevi ha contribuito ad aumentare i prezzi degli affitti tradizionali, rendendo difficile per studenti e famiglie trovare soluzioni sostenibili. La riforma cerca di intervenire senza colpire chi, magari, con un piccolo appartamento riesce a integrare uno stipendio o una pensione.

“È ragionevole — ha spiegato — che chi opera come imprenditore paghi imposte da imprenditore, mentre chi affitta un immobile sporadicamente non deve essere trattato allo stesso modo.”

Sul tema degli scioperi nei trasporti pubblici, Malan ha chiarito che il ritiro dell’emendamento di Fratelli d’Italia non rappresenta un passo indietro, ma il desiderio di evitare tensioni su una materia che tocca un diritto costituzionale. Tuttavia, ha insistito sulla necessità di riformare un sistema che permette a sigle con pochissimi iscritti di paralizzare metà delle corse in tutta la città.

Malan ha ricordato che l’obiettivo non è limitare il diritto allo sciopero, ma renderlo proporzionato: “Non è accettabile — ha detto — che le proteste di un numero molto esiguo di lavoratori ricadano su centinaia di migliaia di cittadini, che continuano comunque a finanziare il servizio attraverso le risorse pubbliche.”

La riforma, nelle intenzioni del governo, dovrà trovare un equilibrio tra diritti dei lavoratori e continuità del servizio pubblico.

Il senatore è poi intervenuto sullo stallo del Ponte sullo Stretto, dopo le nuove osservazioni della Corte dei Conti. Malan ha contestato quello che definisce uno “sconfinamento di competenze”: secondo lui, la Corte sta esprimendo valutazioni non su come vengono spesi i soldi — il suo ruolo — ma su come progettare un’opera di ingegneria.

Ha sottolineato che la Corte non sollevò particolari obiezioni quando lo Stato, dopo il crollo del ponte Morandi, destinò miliardi alla famiglia Benetton, proprietaria delle autostrade coinvolte.
Per questo definisce “curioso” che proprio sul Ponte sullo Stretto ci sia una tale attenzione.

Il tema, per Malan, è più ampio: riguarda la necessità di evitare che organi tecnici interferiscano nelle scelte politiche. La riforma in discussione mira proprio a chiarire e rafforzare questo principio.

Nella parte finale dell’intervista, il senatore ha affrontato gli scenari politici in vista delle elezioni del 2027. Le ricostruzioni giornalistiche parlano di nuove alleanze a sinistra con l’obiettivo di impedire una riconferma del centrodestra. Malan non crede a un coinvolgimento del Quirinale, ma ritiene realistico un ritorno a coalizioni eterogenee simili all’Unione del 2006.

Ha citato, provocatoriamente, possibili accoppiate come Renzi e Ilaria Salis, per evidenziare l’assenza di un progetto politico comune. “L’unico collante — ha detto — sarebbe il potere, non l’interesse del Paese.”

Secondo Malan, ciò che va davvero evitato è il rischio di utilizzi impropri della giustizia come arma politica. “La democrazia — ha ricordato — vive se gli elettori sono liberi di scegliere senza interferenze.”

Ha concluso esprimendo fiducia nella maturità degli italiani e nella neutralità del Presidente della Repubblica, chiamato a rappresentare l’unità del Paese, non una parte politica.

Ascolta ora il Podcast:

BUONGIORNO ITALIA | Intervista con Lucio Malan
Puntata del 18/11/25
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