Li Gotti: Almasri e’ stato favorito dal Governo

L’avvocato Luigi Li Gotti è intervenuto nel programma “Buongiorno Italia” di Casa Radio, dal direttore Giovanni Lacagnina, per alcune precisazioni  sul caso del rimpatrio di Almasri, un argomento che ha sollevato forti polemiche e indignazione a livello nazionale e internazionale. Durante l’intervista, Li Gotti ha affrontato la denuncia che ha presentato nei confronti della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e del sottosegretario Mantovani, riguardante la restituzione di Almasri alla Libia. L’avvocato ha sottolineato che la decisione del Governo italiano di rimpatriare un individuo con un passato criminale e sospettato di gravi crimini, rappresenta un atto che, secondo lui, minaccia sia la sicurezza nazionale sia i diritti umani.

Li Gotti ha definito il rimpatrio di Almasri come un “atto gravissimo”, dichiarando che l’Italia ha restituito alla Libia “un criminale con tutti gli onori”. A suo avviso, questo rimpatrio rischia di esporre l’Italia a gravi conseguenze, non solo sul piano della sicurezza, ma anche sul fronte dei diritti umani, dato il contesto violento e le gravi violazioni dei diritti fondamentali che caratterizzano il regime libico. L’avvocato ha evidenziato che il governo non ha fornito una spiegazione adeguata o giustificazioni chiare per tale decisione, e ha messo in luce la gravità di una scelta che, secondo lui, avrebbe dovuto essere presa con maggiore trasparenza e attenzione.

La denuncia e l’azione legale

Li Gotti ha iniziato il suo intervento spiegando come, secondo la legge, una denuncia, una volta presentata, deve essere iscritta nel registro delle indagini, e che la persona denunciata ha il diritto di presentare ricorso. L’avvocato ha chiarito che il suo gesto non è motivato da ragioni politiche, ma da un profondo senso di giustizia, poiché, come cittadino italiano, si è sentito tradito dal Governo. Secondo Li Gotti, il rimpatrio di Almasri non è stato solo un errore dal punto di vista giuridico, ma un vero e proprio atto che mette a rischio i diritti fondamentali e la sicurezza dei cittadini. Ha definito il rimpatrio come una “liberazione di un boia”, sottolineando come la Libia, nel contesto di Almasri, sia stata indicata da molti come un Paese in cui i diritti umani sono sistematicamente violati.

La gravità del rimpatrio

Il caso di Almasri ha scatenato numerosi interrogativi e critiche. Almasri, un uomo con accuse di terrorismo e crimini legati a torture e abusi, era stato detenuto in Italia prima di essere rimpatriato dalla giustizia italiana. Li Gotti ha ritenuto che il Governo Meloni abbia agito in modo imprudente e pericoloso, permettendo a un criminale di tornare in un paese dove avrebbe continuato a perpetrarne i crimini. “Abbiamo restituito alla Libia, con tutti gli onori, un criminale che continuerà a fare ciò che ha fatto sino ad ora – ha dichiarato l’avvocato”, facendo un chiaro riferimento alla violenza sistematica che si verifica nei centri di detenzione libici. Li Gotti ha criticato anche la mancanza di trasparenza da parte del governo riguardo alla decisione, ritenendo che se esistessero ragioni di “ragione di stato” per giustificare l’atto, queste avrebbero dovuto essere rese pubbliche. “La apponessero, dicessero: ‘Noi non possiamo parlarne’. Invece non l’hanno fatto”, ha osservato l’avvocato, lamentando l’assenza di una spiegazione chiara da parte delle autorità.

Peculato e volo di stato

Un altro punto cruciale toccato da Li Gotti riguarda il costo del rimpatrio. Il fatto che Almasri sia stato rimpatriato tramite un volo di Stato, a spese dei contribuenti italiani, è stato oggetto di critica. Li Gotti ha sollevato preoccupazioni sulla gestione delle risorse pubbliche e sulla decisione di utilizzare un volo di Stato per il rimpatrio di una persona con un passato criminale. “Chi ha deciso di usare un volo di Stato per rimpatriare Almasri? È giusto che si indaghi per peculato”, ha affermato. Secondo lui, la gestione di questo rimpatrio potrebbe implicare anche delle responsabilità per i funzionari pubblici coinvolti nella decisione, ponendo la questione del peculato, ovvero l’appropriazione indebita di denaro pubblico.

Le accuse e il contesto politico

Nel corso dell’intervista, l’avvocato Luigi Li Gotti ha avuto modo di rispondere alle accuse mosse nei suoi confronti dall’avvocato Mele, che lo aveva denunciato per una presunta violazione del codice deontologico forense. L’accusa si riferisce, in particolare, a una presunta violazione delle regole deontologiche in merito alla denuncia presentata pubblicamente contro Mele, senza prima avvertirlo direttamente, come previsto dal codice deontologico degli avvocati.

Li Gotti ha spiegato chiaramente che secondo le normative stabilite dal codice deontologico, ogni avvocato che intende fare una denuncia contro un collega ha l’obbligo di informarlo prima che la denuncia diventi pubblica. Questo principio, che mira a tutelare la dignità e la professionalità degli avvocati coinvolti, è fondamentale per evitare che le denunce vengano utilizzate in maniera impropria o per motivi personali. L’avvocato Li Gotti ha ribadito di non aver ancora avuto modo di esaminare con la dovuta attenzione la denuncia dell’avvocato Mele, ma ha sottolineato che, basandosi su quanto appreso finora, non sembra esserci materiale probatorio sufficientemente solido per sostenere l’accusa di favoreggiamento.

“Mi sembra che l’avvocato Mele abbia fatto un po’ di confusione”, ha dichiarato Li Gotti, criticando la formulazione della denuncia. Secondo Li Gotti, la denuncia dell’avvocato Mele manca di elementi concreti e di prove che possano legittimare le accuse mosse nei suoi confronti. L’avvocato ha quindi esortato alla prudenza nell’approccio a questioni delicate come queste, sottolineando l’importanza di presentare denunce fondate e ben argomentate, specialmente quando si tratta di questioni che riguardano il codice deontologico, che deve essere rispettato con la massima serietà e rigore professionale.

Li Gotti ha quindi ritenuto che le accuse mosse nei suoi confronti da Mele siano infondate e frutto di una comprensione errata della situazione. Questo episodio ha messo in evidenza anche la necessità di evitare conflitti tra colleghi, quando si trattano temi legati alla deontologia professionale.

Il ruolo del Tribunale dei Ministri

Nel corso dell’intervista, l’avvocato Luigi Li Gotti ha approfondito le implicazioni costituzionali che riguardano la denuncia presentata contro i membri del governo, in particolare nel caso del rimpatrio di Almasri. Li Gotti ha sottolineato l’importanza di seguire correttamente le procedure legali stabilite dalla Costituzione italiana, che stabilisce delle specifiche modalità per trattare i reati commessi dai membri del governo, proprio per garantire che le indagini siano effettuate in modo trasparente, legittimo e senza interferenze politiche.

Secondo la normativa costituzionale, quando una denuncia viene formalmente presentata nei confronti di un membro del Governo, gli atti devono essere inviati al Tribunale dei Ministri, che è l’organo competente per giudicare i reati commessi da ministri, sottosegretari e altri membri del governo. Li Gotti ha spiegato che questa procedura è fondamentale per tutelare il principio della separazione dei poteri e per evitare che le indagini vengano influenzate da motivazioni politiche, dal momento che il Tribunale dei Ministri è un organo giuridico indipendente e specializzato.

L’avvocato ha messo in evidenza che, se il Tribunale dei Ministri ritenesse che le indagini necessitino di ulteriori approfondimenti o che ci siano ragioni per un’azione penale, la legge costituzionale prevede che il tribunale debba chiedere un’autorizzazione al Parlamento. Questa clausola è cruciale, perché consente un controllo parlamentare sulle indagini che coinvolgono membri dell’esecutivo, impedendo che qualsiasi azione legale venga intrapresa senza un’adeguata valutazione da parte delle istituzioni legislative.

Li Gotti ha quindi sottolineato come questo passaggio, previsto dalla Costituzione, sia una garanzia importante per evitare che le indagini vengano condotte per motivi di opportunità politica o come strumento di lotta politica. L’autorizzazione del Parlamento assicura che ci sia un ampio consenso democratico e istituzionale prima che si proceda contro i membri del governo, evitando il rischio di abusi di potere o manipolazioni da parte delle autorità esecutive.

Inoltre,  ha ribadito che questo meccanismo di controllo non è solo una misura di protezione per i membri del Governo, ma anche una garanzia per la cittadinanza. È fondamentale, infatti, che le azioni legali contro i membri del governo siano sempre motivate da ragioni giuridiche e non politiche, in modo da preservare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nel sistema legale del Paese.

In sintesi, Li Gotti ha voluto evidenziare l’importanza di rispettare scrupolosamente la normativa Costituzionale e le garanzie previste per trattare le denunce contro i membri del governo, per garantire che le indagini siano giuste, legittime e non soggette a strumentalizzazioni politiche.

Le dichiarazioni di Antonio Di Pietro

Un altro aspetto affrontato dall’avvocato è stato il commento di Antonio Di Pietro, ex ministro e noto esponente politico, che aveva difeso la posizione di Giorgia Meloni sul caso. Di Pietro aveva fatto riferimento al “segreto di stato” come giustificazione per la mancanza di trasparenza. Li Gotti ha chiarito che, in questo caso, il segreto di stato non è stato invocato, e che la questione non riguarda un riserbo legato alla sicurezza nazionale, ma riguarda piuttosto la mancanza di motivazioni chiare e giustificabili da parte del governo per il rimpatrio di Almasri.

Li Gotti ha concluso il suo intervento ribadendo che, pur non avendo intenzione di tornare in politica, continuerà a votare per la sinistra, ma che, in questo caso, è necessario fare chiarezza sulle azioni del governo. Ha invitato le istituzioni italiane a prendere seriamente in considerazione le accuse sollevate riguardo al rimpatrio di Almasri e a condurre indagini approfondite per fare luce su tutte le circostanze della vicenda. L’avvocato ha sottolineato l’importanza di applicare correttamente la Legge, evitando che decisioni così delicate vengano prese in modo superficiale o senza la dovuta responsabilità.

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Buongiorno Italia | Avv. Luigi Ligotti
Intervista del 03/02/25
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