L’Expo in crociera di FederItaly raccontato da Lamberto Scorzino

Dal 5 al 12 ottobre, trenta aziende italiane selezionate hanno navigato sulla MSC Grandiosa per il primo “Expo Made in Italy” in crociera. Lamberto Scorzino, segretario nazionale di FederItaly, spiega a Bricks & Music come un progetto nato come utopia sia diventato un modello innovativo di promozione delle eccellenze italiane nel mondo.

È un racconto che profuma di mare e di orgoglio nazionale quello che Lamberto Scorzino, segretario nazionale di FederItaly, ha condiviso ai microfoni di Casa Radio nella prima puntata della nuova stagione di Bricks & Music, condotta da Paolo Leccese.

Durante l’intervista, Scorzino ha ripercorso le tappe e lo spirito di un’iniziativa senza precedenti: il primo Expo Made in Italy in crociera, svoltosi dal 5 al 12 settembre 2025 a bordo della MSC Grandiosa, con scali a Valencia, Marsiglia, Palermo e Genova.

«Era un’utopia — racconta Scorzino — nessuno lo aveva mai fatto prima. Abbiamo deciso di portare in mare trenta aziende italiane, accuratamente selezionate, e di farle incontrare con buyer internazionali nei porti del Mediterraneo. In una settimana, la nave è diventata un vero e proprio laboratorio galleggiante per il Made in Italy».

L’obiettivo era chiaro: trasformare la crociera in un ecosistema economico e culturale, capace di fondere business, relazioni umane e valorizzazione territoriale. Non una semplice fiera itinerante, ma un esperimento di diplomazia economica e identitaria.

Il viaggio e le tappe: l’Italia che dialoga con il mondo

Ogni porto è diventato una tappa strategica per l’incontro tra imprese italiane e operatori esteri.

A Valencia, la più partecipata delle fermate, si sono presentati oltre 35 buyer internazionali.

«È stato un momento straordinario — spiega Scorzino — con scambi di biglietti da visita, amicizie, relazioni commerciali. Molte aziende hanno stretto contatti che, siamo certi, si tradurranno presto in contratti concreti».

La formula del “matching in mare” ha mostrato tutta la sua efficacia: il contesto informale, la vicinanza forzata e la dimensione condivisa della nave hanno favorito interazioni autentiche, creando un network di imprenditori e creativi che continuerà a lavorare insieme anche a terra.

Dal borgo alla nave: la riscoperta delle radici

Tra le storie più suggestive raccontate da Scorzino c’è quella del piccolo borgo di Tora e Piccilli, nel Casertano, da cui FederItaly ha voluto far partire simbolicamente l’intero progetto.

Un paesino di poco più di 300 abitanti, sede del primo sito paleontologico italiano con le orme di uomini risalenti a 350 mila anni fa.

«In quel borgo — spiega Scorzino — ci sono tracce profonde della nostra storia. Eppure rischiano di sparire per mancanza di attenzione. Noi vogliamo riportare vita nei borghi, farli conoscere e trasformarli in leve di sviluppo sostenibile».

Da Tora e Piccilli, dove la fotografa Antonio Barrella ha realizzato una mostra dedicata alle “orme del tempo”, alla Grandiosa, la narrazione si fonde in un unico filo: la custodia delle radici come chiave del futuro.

«Custodiamo con cura le orme dei primi uomini, ma lasciamo morire le case dei nostri nonni, schiacciate da burocrazia e norme energetiche inapplicabili ai piccoli centri», denuncia Scorzino. «Dobbiamo ripensare le regole, non per ostacolare la transizione, ma per adattarla alla realtà dei borghi italiani».

Networking e serendipità: il valore dell’incontro casuale

L’esperimento ha dimostrato come il Made in Italy non sia solo prodotto, ma anche relazione e cultura.

Sulla nave, che ospitava oltre 6 000 passeggeri e 1 800 membri di equipaggio, si sono verificati incontri imprevisti e straordinari.

«Un’azienda italiana ha conosciuto un importante importatore del suo settore durante una cena casuale. Da quell’incontro, nato per caso, è nato un contratto vero e proprio. È questa la magia del networking quando lo si libera dalle formalità», racconta Scorzino.

L’Expo in crociera si è rivelato così un modello di internazionalizzazione esperienziale, capace di abbattere le distanze tra impresa e mercato, tra storia e futuro, tra lavoro e scoperta.

Il marchio “100 % Made in Italy”: autenticità certificata

Nel corso dell’intervista, Scorzino ha illustrato nel dettaglio il sistema di certificazione promosso da FederItaly: il marchio “100 % Made in Italy”, un bollino che garantisce l’origine interamente italiana di un prodotto, dall’ideazione alla realizzazione.

«Oggi il mercato è pieno di bandierine italiane su prodotti che non hanno nulla di italiano», spiega. «Noi vogliamo restituire fiducia ai consumatori e valore ai produttori veri».

La certificazione FederItaly prevede un processo rigoroso:

  • Audit fisico in azienda, con verifica documentale e ispettiva da parte di una società esterna;
  • Sistema blockchain per la tracciabilità della filiera;
  • QR code personalizzato su ogni prodotto, attraverso cui il consumatore può verificare l’origine e la lavorazione direttamente dal proprio smartphone.

«Il nostro marchio non è un’autocertificazione: è un impegno concreto. Solo chi rispetta standard severi può esporre il bollino 100 % Made in Italy», precisa Scorzino.

Un modello, quello proposto da FederItaly, che si pone come antidoto al fenomeno dell’“Italian Sounding”, capace di proteggere tanto i produttori quanto i consumatori.

Un progetto destinato a crescere

Il successo dell’Expo ha superato le aspettative: la federazione ha già ricevuto numerose richieste per la prossima edizione, in programma per la primavera 2026.

«All’inizio molti erano scettici», ammette Scorzino, «ma dopo aver visto i risultati, le aziende ci stanno chiamando per sapere quando salperemo di nuovo».

L’ambizione è trasformare l’iniziativa in una piattaforma itinerante permanente, un punto d’incontro tra produzione, cultura e turismo esperienziale.

FederItaly sta inoltre lavorando a una rete nazionale dei borghi certificati Made in Italy, dove ogni territorio potrà raccontare il proprio valore attraverso un marchio comune di autenticità.

Il senso profondo del Made in Italy

Dietro i numeri e gli aspetti tecnici, il racconto di Lamberto Scorzino restituisce un messaggio più ampio: il Made in Italy come identità collettiva, non solo come etichetta commerciale.

«Il nostro patrimonio non è un dato, ma un’emozione. La tecnologia serve, ma al centro resta sempre la persona, l’artigiano, la comunità», afferma.

È una visione che unisce impresa e cultura, economia e bellezza, in un momento storico in cui la globalizzazione spinge alla semplificazione e alla perdita di identità.

FederItaly, con la sua crociera-laboratorio, ha voluto dimostrare che l’innovazione può nascere anche dall’orgoglio di ciò che siamo.

L’intervista di Paolo Leccese a Lamberto Scorzino, trasmessa su Casa Radio il 20 ottobre, non è soltanto il racconto di un evento di successo, ma il manifesto di un’Italia che vuole tornare protagonista partendo da sé stessa.

Un’Italia che non ha paura di innovare, che sa navigare tra tradizione e futuro, tra artigianato e tecnologia, tra terra e mare.

«Difendere il Made in Italy significa difendere la nostra identità», conclude Scorzino. «Ogni volta che un prodotto certificato parte dall’Italia e arriva nel mondo, non stiamo solo vendendo un oggetto: stiamo raccontando una storia. La nostra».

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