Leccese: “La pace ha bisogno di voce”. L’Editore di Casa Radio ospite a “Buongiorno Italia”

 «Fare informazione è una responsabilità. Il disarmo è una scelta editoriale, culturale ed etica»

ROMA – La voce della comunicazione responsabile è risuonata con forza negli studi del programma televisivo “Buongiorno Italia”, condotto da Giovanni Lacagnina. Nella puntata odierna, l’ospite d’eccezione è stato l’editore di Casa Radio Paolo  Leccese, che ha condiviso una riflessione profonda sul ruolo dell’informazione in tempi difficili.

«Buongiorno a tutti. È un piacere essere qui con voi, e grazie al Direttore di questa emittente , Giovanni Lacagnina, per l’opportunità di condividere una riflessione che ci sta molto a cuore» ha esordito l’editore, sottolineando fin dalle prime parole il valore di uno spazio di dialogo autentico, aperto e costruttivo.

La scelta di Casa Radio: parlare di disarmo come cultura della pace

«Casa Radio, fin dalla sua nascita, ha fatto una scelta chiara e inequivocabile: parlare di disarmo. Non solo come assenza di guerra, ma come cultura della pace, come responsabilità sociale e come dovere giornalistico.»

Una presa di posizione netta, che si distingue nel panorama mediatico attuale, spesso dominato da contenuti sensazionalistici, narrazioni urlate e logiche divisive. Casa Radio punta invece sulla narrazione della pace, sulla nonviolenza come linguaggio e sulla comunicazione come strumento per costruire legami.

Comunicazione responsabile: una sfida contro la superficialità

Nel corso dell’intervento, l’editore ha rimarcato l’importanza del ruolo di chi fa informazione, soprattutto in un’epoca in cui la comunicazione rischia di perdere la propria funzione civile.

«In questi tempi confusi, dove spesso l’informazione diventa spettacolo o strumento di propaganda, noi crediamo che chi comunica debba recuperare il senso profondo del proprio ruolo. Non si tratta solo di raccontare i fatti, ma di interpretarli, di fare delle scelte, di prendere posizione. E noi scegliamo di stare dalla parte della pace, sempre.»

Parlare di disarmo, quindi, non significa evitare i conflitti, ma affrontarli con consapevolezza, raccontando anche le storie di chi costruisce ponti invece di alzare muri.

Il messaggio del Papa ai giornalisti come bussola etica

Uno dei momenti centrali dell’intervento è stato il riferimento al recente messaggio del Papa  rivolto ai giornalisti e ai comunicatori, che l’editore ha definito un vero e proprio faro per l’attività quotidiana di Casa Radio.

«Lo ha ricordato anche Papa Leone XIV: non siamo chiamati a essere meri cronisti del conflitto, ma artigiani della verità e testimoni di pace. È un invito forte, diretto, che ci riguarda da vicino. Il Papa ci chiede di non avere paura, di non cedere all’indifferenza o alla pressione dei poteri forti. E questo, per noi, è un richiamo etico potentissimo.»   In un tempo in cui la verità rischia di essere manipolata o ignorata, il richiamo alla responsabilità morale diventa ancora più urgente.

Il linguaggio come spazio di disarmo

Casa Radio promuove una comunicazione che non alimenta l’odio, che non favorisce la polarizzazione, ma che contribuisce a creare comprensione e dialogo.

«Promuoviamo contenuti che aiutano a riflettere, non a dividere. Parliamo di disarmo come gesto concreto, ma anche come atto simbolico: disarmare le parole, i toni, l’aggressività che troppo spesso domina i media. Perché anche il linguaggio può diventare un’arma. Noi vogliamo che diventi invece uno strumento di costruzione.»

Usare parole costruttive è già, di per sé, un atto di resistenza culturale.

Storie invisibili che fanno la differenza

Un altro tema centrale dell’intervento ha riguardato l’importanza di raccontare le storie di chi ogni giorno si impegna per la pace, spesso lontano dai riflettori.

«Abbiamo scelto di dare spazio a chi lavora silenziosamente per la pace: operatori umanitari, educatori, giovani attivisti, uomini e donne che fanno della nonviolenza una scelta quotidiana. Queste storie devono emergere. Offrono alternative reali a una narrazione del mondo fondata sulla paura e sul conflitto.»

Raccontare questi percorsi di vita significa restituire valore e visibilità a chi, con coerenza, lavora per un mondo più giusto.

Casa Radio per il disarmo: una missione condivisa

L’editore ha concluso il suo intervento con un appello rivolto all’intero mondo dell’informazione:

«Ribadiamo il nostro impegno: fare radio per il disarmo. E invitiamo tutti i colleghi, i comunicatori, i giornalisti a unirsi a questo orizzonte. Perché l’informazione, quando è guidata dalla verità e dal coraggio, può diventare davvero uno strumento di trasformazione sociale.»

Infine, un ringraziamento sentito al conduttore e al pubblico:

«Grazie ancora a Giovanni Lacagnina , grazie a voi che ci ascoltate. Continuiamo insieme a tenere accesa una voce che non grida, ma che costruisce. Una voce disarmata, sì, ma mai disattenta.»

Casa Radio si conferma così un presidio di pensiero critico, di impegno civile e di comunicazione etica. Perché la pace, oggi più che mai, ha bisogno di voce.

Ascolta ora il Podcast:

Buongiorno Italia | Paolo Leccese
Intervista del 13/05/25
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