Come la sociologia del quotidiano spiega chi diventiamo
C’è un momento, nella vita di ciascuno di noi, in cui ci fermiamo un attimo e ci rendiamo conto che non siamo diventati chi siamo… da soli.
Dietro ogni cambiamento, ogni svolta, ogni crescita, c’è sempre qualcuno che ha lasciato un’impronta. A volte lieve, quasi invisibile. A volte decisiva.
Durante la puntata del 18 Novembre, al Salotto del Coach, ho dedicato un’intera puntata a un tema che considero la chiave per capire il nostro percorso personale e professionale: le relazioni che ci costruiscono. Un viaggio dentro la sociologia del quotidiano, quel territorio affascinante dove abitudini, emozioni e interazioni si intrecciano, spesso senza che ce ne accorgiamo.
Siamo fatti delle persone che incontriamo
Nessuno cresce nel vuoto. Ogni incontro, anche il più casuale, modifica il nostro modo di vedere il mondo.
La sociologia lo chiama specchio sociale: noi diventiamo ciò che gli altri ci rimandano.
Un giovane consulente immobiliare un giorno mi disse:
“Ho iniziato a credere in me perché il mio team leader mi guardava come se fossi già la versione migliore di me.”
Questa frase racchiude tutto.
Noi fioriamo quando qualcuno ci vede per ciò che potremmo diventare.
Ci spegniamo quando ci circondiamo di sguardi che ci rimpiccioliscono.
Non tutte le relazioni sono uguali.
E riconoscerle – soprattutto nel lavoro – è un atto di lucida responsabilità.
Le relazioni che ci fanno crescere sono tre:
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Nutrienti: quelle in cui ti senti ascoltato, accolto, valorizzato.
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Specchio: persone che ti rimandano una versione più grande di te, che ti sfidano con dolcezza.
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Ponte: chi ti apre opportunità, ti collega a mondi nuovi, amplia il tuo orizzonte.
E poi ci sono le relazioni che limitano:
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Quelle che minimizzano ogni tuo passo avanti.
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Quelle competitive tossiche, dove l’obiettivo è stare un gradino sopra di te.
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Quelle drenanti, che ti svuotano senza restituire nulla.
Sapere distinguere questi mondi è come imparare a leggere la mappa della propria vita.
Il contesto è destino: scegli dove stare
La ricerca sociologica è chiara: gran parte del nostro mindset deriva dal contesto relazionale.
Questo significa che, per cambiare davvero, non basta la volontà individuale.
Serve scegliere le persone giuste.
Tre domande guidano questo discernimento:
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Energia – Dopo aver parlato con quella persona, come ti senti?
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Orizzonte – Ti spinge avanti o ti tiene ancorato al passato?
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Coerenza – È una persona di cui ti puoi fidare davvero?
Sono criteri semplici, ma potenti. Perché mettono a fuoco la domanda più importante:
Questa relazione mi costruisce o mi consuma?
Diventare noi stessi una relazione che fa crescere
Le relazioni non sono solo qualcosa che ricevi: sono qualcosa che puoi essere.
Essere una “relazione che costruisce” significa:
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ascoltare senza giudicare
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dire verità scomode, ma con cura
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far sentire l’altro competente, possibile, capace
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offrire un orizzonte nuovo
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vedere il potenziale dove altri vedono i limiti
Una volta un collega mi disse:
“Da quando parli con me, io mi sento più grande.”
Non gli avevo dato consigli speciali.
Avevo solo fatto quello che tutti possiamo fare: credere negli altri.
Quindi cosa posso fare? Scegli, proteggi, coltiva
Alla fine, non siamo fatti di obiettivi, numeri o to-do list.
Siamo fatti delle persone che scegliamo. Delle relazioni che ci nutrono.
E di quelle che abbiamo il coraggio di lasciare andare.
Le relazioni, quelle giuste, non ci cambiano: ci rivelano.
E tu, oggi, quali relazioni scegli di coltivare?










