Fabio De Nunzio è uno di quei personaggi che ti resta addosso. Non solo per il suo volto noto, quello di “Striscia la Notizia”, accanto a Mingo per anni a raccontare ingiustizie e sprechi, ma per la sua capacità di restare umano, anche quando le telecamere si spengono.
In questa nuova puntata de L’Italia che vale abbiamo incontrato Il Buon Fabio per parlare di bullismo, dignità, memoria, riscatto. Un’intervista che va oltre lo spettacolo, perché tocca corde profonde. Quelle che fanno rumore, anche quando non fanno notizia.
Fabio ci racconta di un’Italia che ha bisogno di verità, di esempi, di rispetto. Ci racconta il suo impegno concreto nelle scuole, nei teatri, nei centri sociali. Parla con i ragazzi, ascolta le famiglie, si mette in gioco. Non da dietro un microfono, ma sul campo. Con la stessa determinazione con cui, da inviato, andava a bussare alle porte scomode, oggi bussa al cuore di chi subisce, di chi è isolato, di chi ha bisogno di sapere che non è solo.
Ma non è solo denuncia. È proposta. È visione. È cultura. Fabio è autore del progetto Bullismo? No, grazie! Un’iniziativa concreta, che mette insieme arte, teatro, educazione civica. Perché per fermare il bullismo non basta dire “smettila”. Serve costruire alternative. Serve raccontare il rispetto. Serve far vedere che si può scegliere il bene.
E poi c’è la sua storia personale. I pregiudizi, le prese in giro. Fabio sa cosa significa essere giudicato. E sa cosa vuol dire trasformare quella ferita in forza. Ne parla senza retorica, con una sincerità disarmante.
Questa puntata è una carezza e uno schiaffo insieme. Una carezza a chi ha sofferto. Uno schiaffo a chi gira lo sguardo. Perché il bullismo non è solo roba da scuola. È una mentalità. È una cultura del disprezzo che si insinua ovunque: in famiglia, sul lavoro, nei media.
Fabio ci ricorda che l’unico antidoto vero è l’empatia. L’educazione. La gentilezza. E anche un po’ di ironia quando serve.
E allora ascoltate questa puntata. Fatela ascoltare ai vostri figli, ai vostri studenti, ai vostri colleghi. Perché ogni parola di Fabio è un invito all’azione. Un invito a non stare zitti. Perché il silenzio è il miglior alleato del bullo.