Luigi de Magistris, ex sindaco di Napoli ,con un passato politico da parlamentare europeo, è stato ospite del programma Buongiorno Italia di Casa Radio, dal direttore Giovanni Lacagnina, per un ampio e profondo intervento sulla complessa e delicata situazione internazionale legata alla guerra in Ucraina, con particolare attenzione al recente vertice di Parigi, tenutosi all’Eliseo, sotto la guida del presidente francese Emmanuel Macron.
In questa occasione, de Magistris ha offerto una riflessione lucida e critica sugli sviluppi del conflitto e sul ruolo che l’Unione Europea sta giocando in un contesto internazionale sempre più turbolento.
Un tema centrale del suo intervento è stato l’impegno di Donald Trump in favore della pace, un aspetto che, a suo avviso, rappresenta una visione alternativa rispetto alla politica estera tradizionale dell’Unione Europea. Pur riconoscendo le numerose contraddizioni e difficoltà legate alla figura di Trump, de Magistris ha voluto sottolineare come l’ex presidente degli Stati Uniti stia cercando di riportare l’attenzione sul valore della pace, proponendo una via diplomatica per fermare quella che ha definito una “guerra inutile”. Secondo de Magistris, la guerra in Ucraina ha causato migliaia di vittime e ha portato con sé enormi rischi, tra cui la possibilità di un’escalation nucleare. Trump, pur avendo suscitato forti polemiche durante la sua presidenza, ha cercato di interrompere questa spirale di violenza e di proporre un accordo che possa porre fine al conflitto.
De Magistris ha quindi messo in evidenza come l’Unione Europea, che avrebbe dovuto essere il baluardo della cooperazione internazionale e della diplomazia, stia manifestando sempre più difficoltà nel giocare un ruolo centrale negli sviluppi geopolitici mondiali. A suo parere, l’Unione Europea è lontana dal poter affermare una leadership autorevole, come avrebbe dovuto fare, specialmente in un contesto internazionale così delicato. “Il progetto europeo che sembrava un sogno nel 1950 oggi è ridotto a una realtà formale, priva di una vera identità politica”, ha affermato de Magistris. Secondo l’ex sindaco di Napoli, l’Unione Europea sta attraversando una grave crisi di coesione interna, caratterizzata dalla mancanza di una politica estera comune, dalla frammentazione tra i vari Stati membri e dalla difficoltà di affrontare le sfide strategiche che coinvolgono settori cruciali come la difesa, l’energia, l’ambiente e la politica estera. L’Unione, ha sottolineato de Magistris, sta diventando sempre più incapace di superare le divisioni interne e di svolgere un ruolo rilevante sulla scena internazionale.
Un’altra critica di de Magistris si è concentrata sulla figura della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che, secondo lui, sta conducendo l’Unione Europea su un cammino sempre più bellicista, lontano dalla volontà di pace e cooperazione che dovrebbe contraddistinguere l’Europa. La politica della von der Leyen, incentrata sul sostegno militare all’Ucraina, viene considerata da de Magistris un errore che potrebbe portare a un’escalation del conflitto, allontanando l’Europa dalla sua missione di pacificazione e diplomazia. “L’Unione Europea è in mano a una politica che rischia di spingere l’Europa verso un abisso, anziché promuovere la pace”, ha dichiarato de Magistris, rimarcando che la via intrapresa dall’Unione, anziché risolvere la crisi, potrebbe invece peggiorarla ulteriormente. Secondo de Magistris, l’Europa sta diventando sempre più una potenza marginale, incapace di rispondere efficacemente alle sfide globali.
Nel suo intervento, de Magistris ha poi espresso un’apertura verso una possibile via di riforma per l’Unione Europea, sebbene non senza riserve riguardo alla figura di Trump. Pur non condividendo completamente alcune delle sue posizioni, de Magistris ha evidenziato come il cosiddetto “Trumpismo” potrebbe essere una via per rinnovare profondamente l’Europa, che oggi appare incapace di trovare una propria via autonoma. “Mi auguro che si possa arrivare a un accordo che consenta di riformare profondamente l’Unione Europea”, ha affermato, sottolineando la necessità di una revisione radicale dei trattati e delle politiche che governano l’Unione. Secondo de Magistris, l’Europa dovrebbe tornare a essere il luogo dove vengono rispettati i principi di cooperazione, solidarietà e pace tra gli Stati membri, invece di puntare sull’escalation del conflitto.
De Magistris ha anche criticato duramente la posizione del presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che ha recentemente equiparato la Russia al Terzo Reich. Secondo l’ex sindaco, questa analogia non solo è infondata, ma è anche pericolosa, in quanto rischia di inasprire ulteriormente le relazioni internazionali e di semplificare una questione complessa come quella della guerra in Ucraina. “Questa definizione non è solo infondata, ma è anche pericolosa”, ha dichiarato de Magistris, spiegando che la Russia, pur avendo grandi responsabilità nella guerra, non può essere assimilata a un regime totalitario come quello nazista. Secondo lui, la comparazione tra Russia e Terzo Reich rischia di ridurre una questione che necessita di un’analisi più sfumata e di una diplomazia più sofisticata, in una logica puramente ideologica. “Una simile definizione non aiuta a trovare una via per la pace”, ha aggiunto, ribadendo che la guerra non può essere vinta intensificando le ostilità, ma solo attraverso un processo di negoziazione e diplomazia.
Infine, de Magistris ha concluso il suo intervento ribadendo la necessità di un cambiamento radicale nell’orientamento dell’Unione Europea. “L’Europa ha bisogno di tornare a essere un continente unito, non solo sulla carta, ma con una vera politica estera comune che sia capace di affrontare le sfide globali e di promuovere la pace”, ha dichiarato. Se l’Unione Europea non riuscirà a riformarsi, ha avvertito, rischia di diventare un attore marginale sulla scena internazionale, incapace di giocare il ruolo di protagonista che la sua storia e le sue potenzialità le consentirebbero di svolgere. L’Europa, secondo de Magistris, deve riprendersi dalla crisi in cui si trova e ritrovare la sua vocazione originaria di spazio di pace, cooperazione e solidarietà tra i popoli, prima che sia troppo tardi.