L’ex Ministro, Cesare Damiano, intervenuto ai microfoni di Casa Italia Radio nella rubrica Buongiorno Casa Italia di Giovanni Lacagnina, analizza con grande attenzione il momento legato alla crisi energetica e le conseguenti ripercussioni sul mondo del Lavoro.
Buongiorno all’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano. Sono tanti gli argomenti questa mattina, partiamo dalle notizie che oggi arrivano dall’America e che infiammano la campagna elettorale, si parla di fondi 300 milioni ai 24 paesi occidentali elargiti dalla Russia in questi anni.
Naturalmente le notizie che arrivano dall’America sono dossier che confermano un qualcosa che già conoscevamo, che la Russia finanzia partiti al di fuori della Russia al fine di influenzare anche le scelte di partiti, alcuni parlamentari, naturalmente “Cicero pro domo sua”, nel senso di fare gli interessi della Russia o di lavorare per temperare eventuali, come nel caso delle sanzioni, iniziative che possono andare a detrimento della Russia. Naturalmente qui bisogna andare con i piedi di piombo e cioè evitare di scadere in una logica da campagna elettorale. La cosa più razionale, per quanto riguarda l’Italia, perché naturalmente queste elargizioni riguardano tutta una serie di Paesi sparsi per il mondo, dall’America Latina, all’Africa, ad altri continenti, come ha fatto, mi risulta il Partito Democratico, dichiarare di non avere mai ricevuto risorse, fondi, soldi dalla Russia ne da alcun altro stato estero al fine di farsi influenzare nelle scelte. Il Partito Democratico mi risulta che sia l’unico che l’abbia detto, gli altri lo possono naturalmente fare. Io non accuso nessuno se c’è qualche scheletro nell’armadio spunterà fuori.
A proposito di PD come vede questa campagna elettorale? Stamattina Letta pare avrebbe teso una mano al Movimento cinque Stelle e Conte naturalmente dice no. Che situazione c’è nel centrosinistra in questo momento, a undici giorni dal voto?
Questa è una campagna elettorale sincopata, nel senso che la caduta del governo è arrivata in un momento nel quale nessuno se la sarebbe augurata. Chi ha causato la caduta, lo sappiamo, dal Movimento cinque Stelle a Forza Italia e Forza Italia che mi ha stupito, la Lega mi ha stupito meno, Fratelli d’Italia è sempre stata all’opposizione in qualche modo aveva nell’atteggiamento una certa coerenza, quindi essendo all’opposizione, ti batti perché cada quello che sta al governo. Dopo di che è evidente che il risultato è stato un danneggiamento. Possiamo vedere del resto quello che sta capitando in campo internazionale guerra, grano, petrolio, energia, inflazione, potere d’acquisto dei salari, crisi, eccetera eccetera. Penso che tutti se lo siano già dimenticato, nel senso che purtroppo gli italiani, a partire da me, naturalmente, mi metto nel mucchio io mi includo, ho vizi e virtù degli italiani e posso dire che la mia sensazione è che tutti abbiano già dimenticato chi ha causato la crisi di governo. Comunque siamo in una campagna elettorale, dicevo piuttosto sincopata, caduta nel momento più sbagliato e più critico, forse tra i più critici dal dopoguerra per quanto riguarda la nostra Repubblica. E’ sicuramente una campagna molto breve, si vive di slogan e molte volte, come vediamo anche dai media, si passa da un argomento all’altro, un giorno c’è il focus sulla guerra in Ucraina, il giorno dopo c’è il focus sul tema della stabilità del lavoro e poi del Jobs Act, e poi un’altra volta c’è il focus sul tema del caro energia, e poi c’è il focus sull’inflazione, insomma, mi pare che la rotta complessiva di questa campagna elettorale, come viene testimoniato anche dai media, sia una rotta piuttosto poco lineare, un po sconnessa, che va giorno per giorno ad inseguire gli umori degli argomenti che possono interessare coloro che andranno a votare. Non è una campagna elettorale entusiasmante.
Ma dipende dallo spessore degli attuali leader?
Dipende da una situazione estremamente caotica nel campo del centro sinistra, l’idea del campo largo non ha funzionato, bisogna ammetterlo. Quindi è evidente che, non esistendo una coalizione nel centrosinistra analoga a quella che esiste nel centrodestra, ci saranno delle maggiori difficoltà. Perché questa legge elettorale infausta ovviamente privilegia coloro che, pur nelle differenze, come capita tra Salvini e la Meloni su questioni non secondarie di politica nazionale, può essere la flat tax piuttosto che di politica internazionale, può essere manteniamo, togliamo le sanzioni, però coloro che hanno, nonostante queste differenze, la capacità di coalizzarsi per arrivare al punto sono sicuramente avvantaggiati. Fanno massa critica.
Viviamo questa crisi energetica spasmodica, insomma, e ci saranno razionamenti dell’energia e controlli smart sono già pronti per tagliare l’elettricità nelle case. Come vede questo piano Ue che potrebbe prevedere una cifra mensile di riduzione del consumo? Queste sanzioni le stanno pagando gli italiani e i lavoratori?
Sicuramente le imprese e i lavoratori pagheranno il prezzo più salato. Lo stanno già pagando. Basta andare a fare la spesa. Quando abbiamo l’inflazione quasi al 10% abbiamo già detto tutto. Quando le imprese hanno delle bollette da capogiro abbiamo detto tutto. La mia impressione è questa, è molto difficile dare un’interpretazione tassativa di quello che sta capitando però io temo che dalla nostra parte, nei paesi democratici non autocratici, la differenza è fondamentale, noi abbiamo tante voci accanto a quelle che hanno la voce unica del comando, nei Paesi democratici si tende, secondo me, a dare un’interpretazione dello stato delle cose un po troppo ottimistico. Poi si sta parlando appunto di razionamento. Ma allora siamo in una economia di guerra oppure no? Dobbiamo avere i contatori intelligenti che ci sospendono l’energia? Mi sembrano tutte cose abbastanza preoccupanti e problematiche per la vita quotidiana. Le sanzioni fanno più male a noi, più male alla Russia? Ma si dice nei dossier internazionali che alla Russia stiamo facendo abbastanza male perché sarebbe diminuito del 18% l’introito per l’energia, che è il principale fattore di alimentazione dell’economia russa. Noi sappiamo che la Russia non ha tecnologia, la Russia vende materie prime che possono essere il petrolio, il gas, l’uranio, l’oro. Le miniere ce l’hanno così come le fonti energetiche, ma non hanno le tecnologie e non hanno gli apparati produttivi che abbiamo noi e debbono approvvigionarsi ovviamente all’estero. Soprattutto se l’Occidente, sanziona questa possibilità l’economia russa è sicuramente in una grande difficoltà. E’ evidente che se la difficoltà c’è in Russia, e abbiamo visto che anche sul piano militare le difficoltà sono enormi, ci sono delle disfatte militari che nessuno prevedeva il contrattacco di Kiev, anche questo lo abbiamo visto in queste giornate, c’è una sorta di effetto rimbalzo. È chiaro che c’è un’azione di riflesso che si ripercuote su di noi. Sappiamo che mettere una sanzione non è solo fare male all’avversario, ma fai anche in parte del male a te stesso. Bisogna vedere chi ha la stoffa migliore e durerà più a lungo. Noi stiamo facendo dei discorsi di approvvigionamento e quant’altro, però bisogna anche riconoscere che l’operazione tentata da Ursula Von Der Leyen per quanto riguarda una posizione forte sul tema dell’energia, è un pò fallita. Anche la questione del price cap è fallita. Del resto mettere un tetto all’energia. Intanto bisogna sempre ricordare che c’è un venditore, un compratore. Lei mette un tetto a me e io posso anche non accettare il fatto di renderlo un tetto pericoloso a vendere il prodotto a quel prezzo. Anche se avete costituito un cartello, ammesso che sia un cartello unico e mondiale. Sappiamo che al mercato dell’Occidente si contrappone il mercato dell’Oriente. Poi mi pare che la questione del tetto sia un pò come i buoi che sono scappati dalla stalla e poi la chiudiamo perché se la Russia ci taglia il gas mettiamo il tetto a chi? Ad altri fornitori che non sono la Russia? Cioè mi sembra che questa cosa qui sia un pochino controversa. Insomma, in estrema sintesi, non mi pare che ci sia nessuno in grado di individuare una strategia sufficientemente lineare. Siamo a una situazione piuttosto caotica, confusa, come una partita a scacchi. Naturalmente la nostra capacità di resistenza dipende dal fatto che l’Italia non sia l’Italia ma sia l’Italia nell’Europa, l’Europa, capace di avere una politica comune che affronta i temi cruciali. I temi cruciali sono poi i soliti, quindi la crisi energetica uno, l’aiuto alle imprese che saranno in difficoltà due, l’invenzione di una cassa integrazione gratuita semi gratuita tipo la cassa COVID, ricordo che nel 2020 avevamo miliardi di ore di cassa integrazione erogate e oggi potremmo andare in una situazione analoga, e poi la difesa del potere d’acquisto delle retribuzioni del lavoratore autonomo, dipendente e delle famiglie, credo che questi siano, i capisaldi di un’azione necessaria sui quali l’Europa dovrà concentrare la sua attenzione.
Con il nuovo DL AIUTI l’esecutivo ieri ha cancellato il tetto agli stipendi dei super burocrati. Cosa ne pensa?
È uno scandalo! Mi verrebbe da fare la battuta, dato che è stato introdotto nel 2011 al tempo dei sacrifici del governo Monti, allora cancelliamo anche la legge Fornero sulle pensioni. All’epoca si mise questo tetto per dare un segnale anche all’alto si paga un prezzo, non solo al basso, ma se noi diamo un contro segnale in un momento così grave, così critico, vuol dire che siamo proprio fuori di testa. Secondo me è gravissimo e scandaloso e credo che bisogna assolutamente correggere questa scelta inaccettabile. Poi come possiamo pensare che le persone guardino alla politica con fiducia
Infatti l’astensione è un po lo spettro di queste elezioni del 25 settembre.
Facciamo di tutto per alimentare la sfiducia. Quattro burocrati devono aumentarsi uno stipendio da 240.000€ all’anno, in un momento come questo? c
Grazie all’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano.
Buona giornata.