Il 42° Meeting associativo di Federcomated, ospitato a Milano nelle sale di Palazzo Castiglioni, ha confermato la vocazione dell’associazione a essere snodo strategico della distribuzione professionale di materiali edili e, insieme, luogo di confronto sui grandi cambiamenti che attraversano la filiera delle costruzioni.
Il titolo scelto per l’edizione 2025, “Costruire digitale. Il magazzino edile tra mercato e innovazione”, non è rimasto uno slogan di facciata, ma si è tradotto in una trama di interventi che hanno intrecciato dati di mercato, prospettive tecnologiche e testimonianze d’impresa.
Fin dall’avvio dei lavori, il presidente nazionale di Federcomated, Giuseppe Freri, ha voluto collocare il meeting dentro una traiettoria di lungo periodo: la trasformazione del ruolo del rivenditore edile da semplice fornitore di prodotto a piattaforma di servizi, competenze e relazioni per imprese, progettisti e cantieri. La scelta di dedicare questa edizione al digitale è stata presentata come una tappa di un percorso che vede la federazione impegnata, da anni, nel rafforzare il posizionamento della distribuzione all’interno del sistema Confcommercio e, più recentemente, nella filiera più ampia di Federcostruzioni.
Nei saluti istituzionali che hanno dato ufficialmente il via al convegno, Freri ha articolato con chiarezza il quadro di riferimento. Da un lato, la fine della “stagione straordinaria” dei bonus fiscali, che ha ridisegnato volumi e composizione della domanda; dall’altro, la necessità di gestire una fase in cui opere pubbliche, riqualificazione privata, rigenerazione urbana e transizione energetica convivono e si sovrappongono, generando nuovi fabbisogni informativi e organizzativi per chi presidia il territorio con i magazzini.
Il presidente ha insistito su tre punti chiave del suo messaggio:
- Centralità del magazzino edile nella filiera delle costruzioni: non più “ultimo miglio” della logistica, ma nodo di relazione capace di leggere in tempo reale bisogni, criticità e opportunità dei cantieri;
- Transizione digitale come sfida di competenze: i software, le piattaforme e gli standard – ha ricordato – sono strumenti che hanno senso solo se le persone nelle imprese sono messe in condizione di usarli e interpretarli;
- Logica di sistema: l’ingresso di Federcomated in Federcostruzioni non è un atto formale, ma la scelta di collocare la distribuzione dentro una visione unitaria della filiera, in dialogo costante con produzione, progettazione, costruzione e servizi.
A questo quadro si è collegato l’intervento del dottor Umberto Bellini, vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia e presidente di Asseprim, la federazione dei servizi professionali alle imprese. Bellini ha ribadito come la trasformazione in atto nelle costruzioni sia parte di una più ampia transizione che investe tutto il terziario avanzato: dati, consulenza, servizi qualificati, formazione e accompagnamento all’innovazione diventano componenti essenziali del valore offerto dalle imprese associate.
Nel suo saluto, Bellini ha sottolineato due aspetti:
- la coerenza tra il percorso di Federcomated e le linee strategiche di Confcommercio, che puntano a sostenere le PMI in un contesto competitivo sempre più complesso, con strumenti di rappresentanza, formazione e progetti dedicati alla digitalizzazione;
- la valenza “professionale” del ruolo del rivenditore edile, che non può più essere letto solo in termini commerciali, ma come erogatore di servizi ad alto contenuto di conoscenza, in linea con il mondo dei servizi professionali che Asseprim rappresenta.
Accanto alla voce di Confcommercio, il saluto del neo presidente di Federcostruzioni, Emanuele Ferraloro, ha innestato la dimensione di filiera industriale. Ferraloro ha richiamato il peso economico e occupazionale dell’“ambiente costruito” e dell’edificio intesi come contenitore e contenuto – città, involucro, impianti, materiali, progetto, design – e ha indicato nel dialogo stabile tra associazioni di categoria uno dei fattori decisivi per affrontare le sfide della transizione verde, della digitalizzazione e della sicurezza. In questo quadro, la presenza di Federcomated in Federcostruzioni è stata definita come il tassello che consente di portare dentro il tavolo della filiera la voce dei magazzini, delle reti e dei gruppi della distribuzione edile.
Le intenzioni del convegno: dal mercato al digitale, passando per l’impresa
Il programma del meeting è stato costruito con una logica precisa, evidenziata dallo stesso Freri nel suo intervento introduttivo:
- Leggere il mercato con il contributo del CRESME, per capire l’andamento della domanda di costruzioni e le sue prospettive;
- Entrare nel cuore del digitale con una relazione dedicata alle tecnologie e ai processi informativi per l’industria delle costruzioni, vista dal punto di osservazione del Politecnico di Milano;
- Ascoltare la voce dei cantieri e delle imprese, grazie alla testimonianza di Assimpredil Ance, per misurare la distanza tra le potenzialità degli strumenti e la loro effettiva adozione operativa.
L’obiettivo dichiarato non era aggiungere un altro convegno “sul digitale”, ma fare emergere con onestà i nodi aperti: dove il magazzino edile è già protagonista dell’innovazione e dove, invece, sconta ancora ritardi, difficoltà organizzative, carenza di competenze e investimenti.
I contenuti: mercato, tecnologie, cantieri
La prima relazione, affidata al direttore del CRESME, Lorenzo Bellicini, ha offerto ai partecipanti una lettura dettagliata dell’andamento del mercato delle costruzioni, con particolare attenzione alla fase post-bonus, al ruolo crescente delle opere pubbliche e alle trasformazioni in corso nei segmenti della riqualificazione e della nuova edificazione. Bellicini ha evidenziato come il ciclo in atto sia caratterizzato da forti discontinuità territoriali e tipologiche, e come la capacità di interpretare correttamente questi trend sia cruciale per le scelte di assortimento, logistica e servizio dei magazzini.
Il secondo blocco ha visto protagonista il professor Claudio Mirarchi del Politecnico di Milano, ingegnere e dottore di ricerca in ingegneria dei sistemi edilizi, da anni impegnato sui temi del BIM, della digitalizzazione dei processi e dello sviluppo di piattaforme a supporto delle PMI delle costruzioni.
Mirarchi ha proposto una lettura molto pragmatica del digitale: meno enfasi su termini di moda, più attenzione alla capacità di trasformare dati e modelli in decisioni operative. Tre i messaggi chiave della sua relazione:
- il digitale ha senso solo se integra le diverse fasi del processo edilizio – progetto, approvvigionamento, cantiere, gestione – abbattendo i silos informativi e favorendo la collaborazione;
- le PMI, incluse le imprese della distribuzione, possono trarre grandi benefici dall’adozione di strumenti BIM-based e di piattaforme condivise, ma hanno bisogno di progetti di accompagnamento mirati, non di soluzioni calate dall’alto;
- il magazzino edile può diventare hub di conoscenza se impara a leggere e usare i dati: dalle specifiche tecniche dei prodotti alle prestazioni energetiche, dai requisiti normativi alle informazioni di manutenzione.
La giornata si è chiusa con l’intervento del presidente di Assimpredil Ance, Giovanni Deleo, che ha portato la prospettiva delle imprese di costruzione di un’area – quella di Milano, Lodi, Monza e Brianza – tra le più dinamiche d’Europa per numero e dimensione dei cantieri. Deleo ha sottolineato come la transizione digitale e quella ecologica stiano ridisegnando tempi, modalità e rischi di gestione delle opere, e come la qualità della relazione con la distribuzione dei materiali incida direttamente sulla capacità delle imprese di rispettare cronoprogrammi, costi e standard qualitativi.
In questo quadro, il magazzino non è più solo “fornitore”, ma partner di filiera chiamato a:
- garantire affidabilità informativa sui prodotti;
- contribuire alla pianificazione dei flussi verso il cantiere;
- supportare l’impresa nella scelta di soluzioni più performanti e sostenibili.
Il momento più intenso: il ringraziamento a Mario Verduci
Se i contenuti tecnici hanno dato spessore alle riflessioni sulla filiera, il momento di maggior intensità emotiva del meeting è stato indubbiamente il tributo al direttore Federcomated e Fenapro, Mario Verduci, che con questa occasione ha idealmente chiuso il suo percorso professionale ai vertici del sistema associativo della distribuzione edile.
Nel suo intervento, Freri ha ripercorso alcune tappe chiave della lunga collaborazione con Verduci: dalla rappresentanza dei rivenditori di materiali da costruzione nelle fasi più difficili della crisi, alla scelta – rivelatasi strategica – di associare Federcomated a Federcostruzioni per “stare nel posto giusto” nei tavoli dove si decidono le politiche per il settore. Ha ricordato la capacità del direttore di tenere insieme “visione e concretezza”, di passare dai dossier tecnici alla relazione personale con imprenditori e associazioni territoriali, mantenendo sempre al centro il valore delle imprese associate.
Il ringraziamento si è trasformato in un vero e proprio momento corale: i riferimenti alla dedizione, alla competenza e alla discrezione con cui Verduci ha accompagnato per anni la crescita della federazione sono stati più volte sottolineati da applausi spontanei della sala. Non solo i vertici di Federcomated, ma anche rappresentanti delle associazioni territoriali, delle reti della distribuzione, di Confcommercio e delle altre sigle presenti hanno voluto testimoniare, a più riprese, il proprio riconoscimento.
Le parole chiave tornate nei diversi interventi e nelle testimonianze sono state “serietà”, “ascolto”, “capacità di mediazione”, “visione di filiera”. In un settore abituato a confrontarsi con numeri, margini e metriche di performance, il ringraziamento a Verduci ha riportato al centro il valore delle relazioni umane e della continuità del lavoro associativo.
Il direttore ha risposto con un breve intervento, essenziale e misurato, nel solco del suo stile. Ha ricordato come la storia recente di Federcomated sia stata segnata da passaggi complessi – dalla crisi del settore alle stagioni dei bonus, fino alla transizione in corso – e ha invitato la federazione a proseguire nel solco della collaborazione con le altre componenti della filiera, sottolineando che “nessuna impresa può affrontare da sola il cambiamento che abbiamo davanti”.









