Dal palco di Atreju 2025, Giorgia Meloni ha trasformato la chiusura della manifestazione di Fratelli d’Italia in un vero e proprio discorso politico-programmatico, alternando rivendicazioni sui risultati ottenuti, attacchi all’opposizione e una riflessione più ampia sul ruolo dell’Italia in Europa e nello scenario internazionale. Un intervento lungo, identitario e fortemente rivolto sia alla sua base sia all’opinione pubblica nazionale.
Atreju come simbolo politico e terreno di confronto
La presidente del Consiglio ha definito Atreju come uno spazio di libertà e di confronto, dove — a suo dire — il valore delle persone si misura sulle idee e non sulle appartenenze. In questo quadro ha lanciato una frecciata a chi sceglie di non partecipare al dibattito, sostenendo che l’assenza è spesso segno di mancanza di contenuti. Il riferimento implicito è stato alla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, grande assente della kermesse, nonostante la presenza di numerosi leader dell’opposizione.
Meloni ha ironizzato sul “campo largo”, sottolineando come proprio Fratelli d’Italia sia riuscita a riunire, seppur in un contesto di confronto, esponenti politici che la sinistra fatica a tenere insieme. Un modo per ribaltare la narrazione dell’unità dell’opposizione e rafforzare l’immagine di Atreju come luogo centrale del dibattito politico nazionale.
Lo scontro con la sinistra e la difesa dell’azione di governo
Nel suo discorso non sono mancati attacchi frontali alla sinistra, accusata di incoerenza e di difendere interessi ideologici più che concreti. Meloni ha contestato le critiche rivolte al suo esecutivo, respingendo l’idea di un governo distante dai problemi reali del Paese. Al contrario, ha rivendicato scelte difficili ma necessarie, sottolineando che governare significa assumersi responsabilità e anche rischiare, mentre chi resta ai margini non sbaglia mai perché non decide.
Particolare enfasi è stata posta sui risultati economici: il calo dello spread, la rinnovata fiducia dei mercati e delle agenzie di rating, e la maggiore propensione degli italiani a investire in titoli di Stato. Secondo la premier, questi segnali positivi si traducono in risorse liberate che possono essere destinate a sanità, welfare e sostegno alle famiglie, dimostrando la credibilità dell’Italia a livello internazionale.
L’Italia nello scenario globale: autonomia, Europa e Stati Uniti
Ampio spazio è stato riservato alla politica estera. Meloni ha ribadito la posizione del governo sul conflitto in Ucraina, sostenendo che la pace non si costruisce con la debolezza, ma attraverso una deterrenza credibile.
Sul rapporto con gli Stati Uniti e l’Europa, la premier ha affrontato il tema della possibile riduzione dell’impegno americano nel Vecchio Continente, sostenendo che l’Europa deve finalmente assumersi la responsabilità della propria sicurezza. Una presa di posizione netta, che respinge sia l’idea di sudditanza sia quella di isolamento: l’Italia, ha detto, è leale con i suoi alleati, ma non subalterna a nessuno.
In questo contesto, Meloni ha difeso una visione dell’Europa lontana da quella burocratica e ideologica che, a suo avviso, ha allontanato i cittadini dalle istituzioni comunitarie. L’Europa non è un museo del passato, ha affermato, ma una civiltà viva che deve tornare a essere protagonista, valorizzando la propria storia, la cultura e le capacità produttive.
Riforme istituzionali e stabilità politica
Sul fronte interno, la presidente del Consiglio ha confermato l’intenzione di procedere senza esitazioni sul premierato e sulla riforma della giustizia. L’obiettivo dichiarato è quello di superare i giochi di palazzo e garantire governi stabili, capaci di portare a termine il mandato ricevuto dagli elettori. Meloni ha assicurato che l’attuale esecutivo arriverà alla fine della legislatura, invitando i cittadini a guardare alle riforme non come a una battaglia personale, ma come a scelte destinate a incidere sulla vita quotidiana e sul futuro del Paese.
Famiglia, lavoro e responsabilità sociale
Nella parte finale del discorso, Meloni ha toccato il tema della famiglia, riconoscendo che, nonostante le misure già introdotte — come il sostegno alle madri lavoratrici e gli incentivi alla natalità — l’Italia è ancora in ritardo. Ha ribadito la necessità di fare di più affinché creare una famiglia non sia un lusso e affinché nessuna donna sia costretta a scegliere tra lavoro e maternità, definendo questa come una delle vere sfide di libertà del presente.
Un messaggio identitario e di prospettiva
Il discorso si è chiuso con un richiamo forte all’identità e alla responsabilità politica: non limitarsi a raccontare la storia, ma costruirla. Meloni ha invitato il suo partito e i suoi sostenitori a non accontentarsi, a non fermarsi ai risultati già ottenuti e a continuare a “osare”, presentando Fratelli d’Italia come la forza chiamata a essere la scintilla di un cambiamento duraturo.
Atreju 2025 si è così confermato non solo come appuntamento simbolico per la destra italiana, ma come palcoscenico da cui la premier ha rilanciato una visione complessiva: un’Italia più stabile, più credibile e più protagonista, tra le note suggestive dell’inno Nazionale Italiano








