Intervista esclusiva ad Albano Carrisi nel “Buongiorno Italia” di Casa Radio da Giovanni Lacagnina.
” Quando parlano le bombe, la musica resta muta”
Un Albano intenso, appassionato, consapevole del suo ruolo non solo come cantante, ma come testimone del suo tempo.
Un’intervista che va oltre la musica e che ci ricorda, una volta di più, che dietro le canzoni ci sono uomini, coscienze e cuori che battono.
Un grido di allarme dal cuore del mondo della musica.
In un momento di forte tensione geopolitica, con nuove minacce all’equilibrio internazionale, la voce di Albano Carrisi arriva forte, appassionata, e soprattutto umana. L’artista di Cellino San Marco, ospite del programma Buongiorno Italia su Casa Radio, condotto dal direttore Giovanni Lacagnina, ha parlato a cuore aperto non solo come artista, ma come uomo, padre, cittadino del mondo.
“Siamo in un momento che non avrei mai pensato di vivere. Ogni giorno che passa, mi chiedo: dove stiamo andando?” – ha esordito Albano, con la voce segnata dalla preoccupazione. “Quello che è accaduto poche ore fa – l’attacco di Israele alle centrali nucleari dell’Iran – è un fatto gravissimo. Non è un episodio isolato, è un punto di non ritorno. Può scatenare una catena di eventi che rischiano di portarci alla guerra nucleare. E se scoppia una guerra nucleare, non resta nulla”.
Il cantautore pugliese, da sempre vicino ai temi della pace e della fratellanza tra i popoli, non nasconde il timore per il futuro.
“Ho viaggiato tanto nella mia vita. Ho visto culture diverse, religioni diverse. E in ogni angolo del mondo ho trovato persone con lo stesso desiderio: vivere in pace, crescere i propri figli, amare. Ma chi ha il potere, oggi, sembra aver dimenticato cosa sia la vita. Stanno giocando con il fuoco, e se brucia, bruciamo tutti”.
“Quando le bombe cantano, la musica si spegne”
Uno dei passaggi più forti dell’intervista è il suo sfogo sul ruolo della musica in questo tempo.
“Mi fa male dirlo, ma la musica oggi può fare ben poco. È un momento tragico. Quando parlano le bombe, le canzoni si zittiscono. Le note non coprono il rumore delle esplosioni, e i versi d’amore non bastano a fermare i missili. È un momento tragico soprattutto per chi ha figli, per chi spera in un futuro sereno. Siamo venuti al mondo per vivere, per condividere, non per morire sotto le bombe. Ma sembra che questa verità sia stata cancellata”.
Con lo sguardo rivolto alla realtà internazionale, Albano ha citato la situazione in Iran, sottolineando quanto sia pericolosa la presenza di armi atomiche nelle mani di nazioni in tensione permanente.
“L’Iran è una potenza nucleare in crescita. E quando l’odio incontra la bomba, nessuno è al sicuro. In Svizzera, ogni cittadino ha un rifugio antiatomico. Una scelta che la dice lunga. Loro si preparano. E noi? Noi facciamo finta di nulla”.
Il caso “Debora”: “Non l’ho insultata, volevo solo aiutarla”
Nel corso dell’intervista, Albano ha anche voluto rispondere alle polemiche che lo hanno recentemente visto protagonista, in seguito a un episodio avvenuto durante un suo concerto.
“Durante una mia esibizione, una ragazza tra il pubblico, di nome Debora, ha avuto un malore. Mi sono fermato subito, l’ho notata tra la folla. Le ho dedicato una canzone, la sua canzone, ‘Debora’, e poi – con affetto, con spirito paterno – le ho detto: pensa anche alla tua salute, prova a dimagrire un po’. Era un consiglio, un gesto d’amore, un invito a prendersi cura di sé. Ma la stampa ci ha ricamato sopra”.
Con tono amareggiato, Albano ha citato in particolare La Repubblica di Bari, accusandola di aver travisato l’accaduto.
“Hanno parlato di insulto, di body shaming. Una vergogna. Mi hanno descritto come un uomo offensivo, sprezzante. Ma chi mi conosce sa che non è così. Io volevo solo aiutarla, darle forza, come se fosse una figlia. Si è trattato di una vera e propria speculazione giornalistica. E questo mi ha fatto molto male”.
Il caso Altamura: “Mai preso 45.000 euro per un libro, è una menzogna”
Non sono finite qui le polemiche. L’artista ha anche smentito categoricamente una notizia circolata ad Altamura, secondo cui avrebbe percepito un cachet da 45.000 euro per la presentazione del suo libro autobiografico.
“È una menzogna. Una notizia falsa, costruita chissà da chi e per quale scopo. Io sono stato ad Altamura con grande piacere, per incontrare il mio pubblico, per raccontare la mia storia. Non ho chiesto né ricevuto simili cifre. Ma si sa, oggi la calunnia viaggia veloce. Una bugia ripetuta cento volte diventa realtà, soprattutto sui social. E chi ne paga il prezzo? Sempre le persone oneste”.
Un artista che continua a credere nella vita
Nonostante tutto, Albano non rinuncia alla speranza.
“Io credo ancora nell’essere umano. Credo nella forza dell’amore, della solidarietà, del dialogo. Ma ora serve una svolta, una presa di coscienza collettiva. Non possiamo più restare in silenzio. Chi ha una voce pubblica, come me, ha anche una responsabilità: quella di dire la verità, anche quando fa male”.
Infine, il cantautore ha rivolto un appello a chi guida le nazioni, le istituzioni, i media:
“Fermatevi. Respirate. Guardate i vostri figli, i vostri nipoti. Chiedetevi che mondo state lasciando loro. Perché se oggi non scegliamo la pace, domani non ci sarà più nulla da scegliere”.