Se n’è andata a 91 anni una delle voci più riconoscibili e amate del nostro Paese, un’artista che ha attraversato quasi settant’anni di storia culturale trasformandosi mille volte, senza mai perdere autenticità. Nata a Milano nel 1934, Ornella ha iniziato dalla scena teatrale del Piccolo Teatro, allieva prediletta di Giorgio Strehler, portando già allora quel misto di fascino, inquietudine e ironia che avrebbe segnato tutta la sua vita artistica.
Il primo successo arriva con le celebri canzoni della mala, interpretate con un’intensità ruvida e magnetica che la rende subito diversa da tutte. Poi l’incontro con Gino Paoli, l’amore difficile e fertile che darà vita a canzoni senza tempo come Senza fine e Che cosa c’è. Da lì, Ornella diventa protagonista assoluta della scena musicale: arriva a Sanremo, dove negli anni conquisterà il pubblico e la critica con la sua eleganza moderna, e affronta una carriera che sembra non avere confini.
Negli anni ’70 si apre alla musica brasiliana con il capolavoro inciso con Toquinho e Vinícius de Moraes, un disco che ancora oggi rappresenta uno dei vertici della musica italiana. Nel decennio successivo Ornella prende in mano la sua identità artistica: fonda una sua etichetta, scrive, crea, sperimenta. Collabora con protagonisti della musica e del jazz, riceve premi, diventa la prima donna a ottenere il Premio Tenco come cantautrice.
Gli anni passano, ma la sua voce—soffice, calda, profondamente umana—continua a raccontare amori, fragilità, maturità. Negli anni ’90 e 2000 arrivano nuovi album, nuovi concerti, persino un trionfale ritorno in Piazza Duomo. Le giovani generazioni la riscoprono grazie a L’appuntamento, mentre lei, con la sua ironia inimitabile, torna più volte a Sanremo e non smette mai di dialogare con il presente.
Fino agli ultimi anni, Ornella resta una presenza viva, giocosa, sagace: ospite in tv, protagonista di collaborazioni sorprendenti, curiosa come una debuttante e saggia come solo chi ha vissuto davvero può essere. Sempre elegante, sempre imprevedibile.
Con oltre 100 lavori e più di 55 milioni di dischi venduti, Ornella Vanoni lascia un’eredità che va ben oltre la musica: lascia un modo di stare al mondo. Sensuale senza ostentazione, profonda senza retorica, fragile e fortissima, è stata un’icona capace di parlare a generazioni diverse.
Ci mancheranno la sua voce vellutata, la sua ironia tagliente, la sua autentica umanità.
A Ornella diciamo addio con gratitudine: per quello che ha cantato, per quello che ha osato, per tutto ciò che ci ha insegnato senza volerlo.
Ciao Ornella, grazie per la tua infinita verità.









