Luigi De Magistris: “La crisi energetica certifica il fallimento politico di questa Europa”

L’ex parlamentare europeo, Luigi De Magistris, già Sindaco di Napoli, intervenuto ai microfoni di Casa Italia Radio, nella rubrica quotidiana Buongiorno Casa Italia, condotta da Giovanni Lacagnina, condanna la guerra in Ucraina e parla delle conseguenze catastrofiche per il nostro Paese causate dal sostegno al conflitto.


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Abbiamo in collegamento l’ex sindaco di Napoli, esponente di Unione Popolare, Luigi De Magistris. Buongiorno, è un momento particolare, so che voi di Unione Popolare siete contro questa guerra che peraltro ha anche provocato questa situazione di crisi energetica globale. Come vede questo momento particolarmente delicato per la nostra economia?

Dall’inizio abbiamo espresso da un punto di vista laico il pensiero che anche quello di Papa Francesco, cioè siamo per una soluzione diplomatica, per provare a costruire un dialogo anche in un momento così difficile. E adesso possiamo dire che la situazione è quella che avevamo delineato. La guerra è cruenta, anche se non se ne parla più. La pace non la cerca più nessuno. Ovviamente non la cerca Putin che l’ha iniziata e violando il diritto internazionale, non la cerca Zelensky, non la cercano men che mai Biden, la Nato e Johnson. L’Europa sta pagando un prezzo altissimo e le sanzioni che nel diritto internazionale dovrebbero avere l’obiettivo di isolare chi fa degli atti contro il diritto internazionale. Non hanno affatto isolato la Russia e stanno colpendo famiglie, aziende e imprese con il rischio di una catastrofe nucleare. Noi ogni giorno ci svegliamo con l’incubo che qualche missile russo oppure ucraino possa cadere sulla centrale di Zaporihzhia. Quindi io credo che il fallimento dell’Europa è evidente e aggiungo che il caro bollette non nasce solo da tutto questo, i principali responsabili di questa situazione del caro bolletta schizzo dei prezzi come mai è accaduto, di queste forze politiche che hanno scelto questa linea e che non sono nemmeno intervenuti per poi porre un argine al caro bollette, per esempio facendo pagare a chi sta guadagnando incredibilmente da tutto questo, c’è una speculazione sul gas perché il gas molti anni fa è stato sottratto come bene comune allo Stato ed è stato privatizzato e noi ci troviamo di fronte all’Eni, per esempio, che ha fatto extraprofitti per 8 miliardi di euro. Azienda importante del nostro Paese comunque strategica che però ha guadagnato tanti di quei soldi che forse in questo momento è giusto dare alle imprese, alle famiglie, ai disoccupati, a chi non riesce più ad alzare la saracinesca e arrivare alla fine nemmeno più del mese ma della giornata, dopo già due anni di pandemia. L’Europa dovrebbe mettere un tetto al gas, ma in attesa che l’Europa lo decide per tutti, fare come hanno fatto Spagna e Portogallo, per esempio, mettere anche noi come paese un tetto. E poi concludo dicendo che nel nostro programma c’è la soluzione finale che è quella di far ritornare il gas nelle mani dello Stato. In questo ci fosse stato noi non avremmo avuto in questo momento la speculazione in atto sui mercati.

Noi ci prepariamo alle elezioni, si spera sempre in un governo politico, ma quanto conta la politica italiana rispetto a quella Europea che in sostanza decide tutto?

Prima di fare il sindaco, come lei ha ricordato all’inizio sono stato due anni parlamentare europeo e ho presieduto la Commissione Controllo Bilancio. Purtroppo l’Italia in Europa non conta molto. Si era detto che con Draghi l’Italia acquisiva un’autorevolezza mai avuta, i media hanno parlato del governo dei migliori. Spiace dire che mai come in questo momento la politica estera italiana, per responsabilità non solo di Draghi, ma anche del nostro ministro degli Esteri, è praticamente inesistente. Quando l’Italia invece, storicamente ha sempre avuto una funzione anche all’interno della Nato e dell’Unione europea di mediazione tra le parti in conflitto. Abbiamo una situazione dove chiniamo sempre il capo all’Europa sui vincoli finanziari, vincoli di bilancio, le restrizioni ragionieristiche e chi paga è un Paese che con i diritti essenziali ha subito dei contraccolpi incredibili. Penso alla sanità, per fare un esempio per tutti, dove negli ultimi dieci anni si sono tagliati 40 miliardi di euro, il Pnrr poteva essere un’occasione, e anche qui si va in affanno. Quindi l’Europa non può accettare solo la moneta unica e la libera circolazione delle merci ma deve avere una sua politica energetica, una sua politica ambientale, una sua politica estera, una sua politica di difesa, una sua politica di solidarietà, cioè un’unione vera in modo da essere un’Europa forte che costruisce un dialogo con la Russia, che è amica degli americani ma che dialoga con i cinesi, gli americani, i russi. È impensabile fare una nuova guerra fredda. Questa nuova guerra fredda aiuta alla fine gli americani e l’estremo Oriente, ma l’Europa pagherà un prezzo altissimo.

Ci sono i sondaggi che vedono Fratelli d’Italia primo partito con il 24% circa, poi il Partito Democratico e gli altri. Se dovesse vincere il centrodestra, naturalmente, il candidato premier sarebbe Giorgia Meloni, dall’altra parte invece ci sono quelli che vorrebbero continuare sulla linea Mario Draghi. Voi come vedete questa situazione come Unione Popolare e come vi ponete in questo senso?

La attuale legge elettorale è incostituzionale, antidemocratica e non garantisce maggioranze. Queste forze politiche parlamentari, consociative che sono state e stanno tutte insieme, non sono state capaci di cambiare la legge elettorale. Questa legge elettorale garantisce quattro cinque segretari di partito che si scelgono e nominano chi devono essere i rappresentanti del popolo. Ai sondaggi darei il giusto peso. Io ho molto rispetto ovviamente per i professionisti che fanno i sondaggi però ricordo loro che esiste il voto, che è una cosa diversa dalle intenzioni di voto. C’è ancora chi non ha deciso, c’è chi non dice chi vota. Io ricordo quando mi sono candidato sindaco che non c’era un sondaggista che diceva che avessi una possibilità di diventare sindaco. Quindi io non darei per scontato il risultato delle elezioni. Quello do per scontato è che non esistono due blocchi. Quindi questo potrebbe anche essere un vantaggio in questo momento storico per chi potrebbe portare in Parlamento più voci e far ritornare il Parlamento poi centrale per trovare un equilibrio. Questo pensiero unico del draghismo, non sta portando bene al Paese perchè il draghismo dice invio delle armi… Poi giri per il Paese e ti rendi conto che la maggioranza del Paese vuole un’altra cosa. Questi dicono dobbiamo aumentare la spesa per le armi… Il Paese dice un’altra cosa. Non riescono a far pagare a chi è ricchissimo…. Giri e ti rendi conto che c’è una povertà che aumenta. Cioè questo disagio sociale, questa esasperazione non ha per ora una rappresentanza in Parlamento. Unione Popolare nasce anche per questo, per dare uno sbocco politico, parlamentare e istituzionale. Quindi noi appena entreremo in Parlamento, e siamo convinti di potercela fare, anche se siamo una forza neonata, saremo istituzionali come sempre. Chiaro se vincono le destre saremo una vera opposizione, non come fa il Pd e consociativo. Se ci dovesse essere un quadro di un’alternativa si andrà a vedere quello che si può costruire in Parlamento. Non saremo consociativi perché per noi la Costituzione è il faro di giustizia sociale, giustizia ambientale, pace, ridistribuzione della ricchezza, lotta alla corruzione e alla mafia, le nostre storie parlano chiaro. Quindi se si vuole andare su questi principi, noi saremo una forza, come sempre costruttiva e istituzionale.

Come vede questo cambio politico in Inghilterra?

Questo è un altro tema. Non ci sono grandi leader mondiali. Se stiamo in questa situazione è perché Biden e Johnson, questa è la mia opinione, e con il rispetto di tutti, sono figure modeste. Sono grandi paesi e a mio avviso meriterebbero leader diversi. Siamo in un momento di crisi anche di grandi leader mondiali che possono indicare la strada. Io lo dico un pò con amarezza e un pò con grande sottolineatura.. Questo è un problema perché la politica è fatta di concretezza ma anche di visione, di carisma, immaginazione, di capacità di far sognare anche un pò .

Ricordo che lei è candidato per Unione Popolare.

Sono il portavoce ed ho l’onore e l’onere di guidare questa neonata formazione che ha raccolto in piena estate 60.000 firme tra ombrelloni, strade deserte e sentieri di campagna e sono candidato in Calabria nel proporzionale, a Napoli nel proporzionale e nel maggioritario. E poi a Roma e a Milano nel proporzionale.

Lei è stato sindaco di Napoli fino al 18 ottobre del 2021, quindi fino a un anno fa. E a che punto è oggi il Sud?

Guardi, io sono molto orgoglioso che con l’aiuto dei napoletani, con un’esperienza autonoma fuori dai grandi partiti, per dirla sinteticamente, abbiamo trasformato la città che era diventata nota nel mondo per i rifiuti in prima per cultura e turismo. Noi vogliamo il riscatto del mezzogiorno in un’Italia unita ed è per questo che siamo anche contro all’autonomia differenziata. Abbiamo parlato finora che abbiamo bisogno di equità sociale, di coesione, di armonia, di un’Italia che riscopre il suo patriottismo vero, non, come dice a parole la Meloni, e questo deve passare non dividendo ancora di più l’Italia. L’ autonomia differenziata fa diventare i più forti ancora più forti e i deboli, ancora più deboli. Riscopriamo, attraverso il Pnrr, attraverso la solidarietà, attraverso il dialogo, attraverso le straordinarie bellezze del nostro Paese come noi alla fine abbiamo tutto. Abbiamo addirittura la possibilità di essere autosufficienti da un punto di vista energetico ma se non puntiamo mai sulle rinnovabili, sul solare in tutti gli edifici, sui fiumi, sul mare, sul geotermico, sarà sempre la stessa musica. Quindi bisogna cambiare l’orchestra e bisogna cambiare la musica e al Sud c’è musica che fa bene non solo al mezzogiorno ma a tutto il Paese.

Ci sono tanti giovani in ascolto che scrivono e cercano spazi per il futuro.

Per uscire un pò fuori dalla retorica della politica che dice i giovani sono il futuro, quando ho fatto il sindaco ho dato, tra le tante opportunità, una in particolare, in una città e un’area metropolitana di 3 milioni di abitanti, in giunta avevo sei giovani che avevano un’età tra i 25 e i 30 anni è il segno di come noi dobbiamo dare la possibilità ai giovani di essere protagonisti e quando i giovani hanno l’opportunità, non è vero che si allontanano dalla vita istituzionale e dalla politica, bisogna ricostruire e avvicinare, anche da questo punto di vista i giovani alla politica e alle istituzioni, perché nella mia esperienza a Napoli hanno dato tantissimo. Senza i giovani in quei dieci anni non avremmmo portato ai risultati oggettivi che abbiamo raggiunto.

Grazie ancora. Ci sentiamo presto e le faccio un grande in bocca al lupo. Ci saluti il sole di Napoli.

Oggi, c’è un bel sole. Grazie!

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