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Israele smetta di colpire le forze Unifil in Libano. A chiederlo è anche il presidente Usa Joe Biden. Alla domanda: "Vuole chiedere a Israele di cessare gli attacchi sulle forze di mantenimento della pace dell'Onu?", il presidente americano che prendeva parte alla Casa Bianca ad una riunione sull'uragano Milton, ha risposto, "Sì, assolutamente".
Garantire "la sicurezza delle forze Unifil". L'esortazione era arrivata poco prima da parte del segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, dopo gli attacchi delle Idf contro la missione Onu in Libano degli ultimi due giorni. Lo ha riferito Haaretz, precisando che durante un colloquio Austin ha ribadito al ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, "il sostegno incrollabile" degli Stati Uniti riguardo il diritto di Israele all'autodifesa e l'impegno dell'Amministrazione per "un accordo diplomatico che consenta il rientro in sicurezza dei civili libanesi e israeliani nelle loro case su entrambi i lati del confine". "Ho sollecitato la garanzia della sicurezza delle forze Unifil e il coordinamento degli sforzi per passare dalle operazioni militari a un percorso diplomatico il prima possibile", ha sottolineato Austin, evidenziando l'impegno comune degli Usa e di Israele per "impedire a qualsiasi attore di sfruttare le tensioni o espandere il conflitto nella regione".
Altri 2 peacekeeper di Unifil, la forza delle Nazioni Unite in Libano, sono stati feriti oggi. La conferma è arrivata in una nota della stessa Unifil in cui si legge che due peacekeeper dello Sri Lanka sono rimasti feriti nelle scorse ore al confine con Israele. Secondo Unifil, dopo gli attacchi di ieri in cui sono rimasti feriti due peacekeeper indonesiani, oggi si sono registrate "due esplosioni vicino a una torre di osservazione". Inoltre, "carri armati israeliani sono avanzati" e "un bulldozer dell'esercito israeliano ha abbattuto sezioni di un muro di protezione" di una postazione dell'Unifil nel villaggio libanese di Labboune. Quanto alla risposta israeliana all'Iran per l'attacco missilistico del primo ottobre è ancora in fase di pianificazione, ha indicato un funzionario israeliano, che ha parlato a condizione di anonimato, al Washington Post dopo che la riunione del gabinetto israeliano convocata ieri sera si è conclusa senza il via libera alla rappresaglia contro la Repubblica islamica. Il funzionario ha confermato il ritardo nella decisione del gabinetto di sicurezza, precisando che tra Israele e l'Amministrazione Biden le consultazioni sono continue. La fonte ha specificato, inoltre, che il gabinetto di sicurezza può essere convocato telefonicamente per una votazione in qualsiasi momento. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)