Moggi ha voluto rendere omaggio non solo al calciatore di grande talento che ha incantato l’Italia durante i Mondiali del 1990, ma soprattutto all’uomo dietro l’atleta, ricordando la sua straordinaria umanità e la sua disponibilità verso il prossimo.
Nato a Palermo il 1° dicembre 1964, Schillaci ha vissuto una carriera memorabile che lo ha visto protagonista con squadre di prestigio come la Juventus, l’Inter e, naturalmente, la Nazionale Italiana. La sua fama esplose letteralmente durante il Mondiale di Italia ’90, quando con i suoi gol e la sua determinazione divenne l’eroe di un’estate che rimarrà per sempre nella memoria degli italiani. Quel torneo lo consacrò non solo per le sue qualità tecniche, ma per la capacità di infiammare il cuore dei tifosi con la sua passione e il suo spirito combattivo. Moggi ha voluto ricordare come Schillaci, pur avendo lottato contro diverse difficoltà anche fuori dal campo, non sia riuscito a vincere l’ultima battaglia contro un tumore al colon, malattia per cui era stato già operato due volte.
Moggi, visibilmente emozionato, ha parlato con grande rispetto e affetto di Schillaci, sottolineando come la sua perdita rappresenti non solo un lutto per il calcio italiano, ma anche la scomparsa di un uomo buono, generoso e sempre disponibile verso tutti. Per Moggi, Totò era molto più di un calciatore: era una persona di grande umanità che sapeva lasciare un segno profondo in chiunque lo incontrasse, sia sul campo che nella vita di tutti i giorni.
Nel corso della trasmissione, l’ex dirigente juventino ha colto anche l’occasione per esprimere il suo disappunto riguardo all’attuale edizione della Champions League, criticando apertamente le evidenti disparità tecniche tra le squadre che partecipano alla competizione. Moggi ha preso come esempio la schiacciante vittoria del Bayern Monaco contro la Dinamo Zagabria per 9-2, sottolineando come quest’ultima non fosse all’altezza del massimo torneo continentale. A suo avviso, troppo spesso nella Champions League si tende a privilegiare gli introiti economici rispetto al valore effettivo delle squadre, mettendo a rischio il livello competitivo e lo spettacolo che una competizione di questo calibro dovrebbe garantire.
Infine, Moggi ha affrontato anche un tema che ha recentemente scosso l’ambiente calcistico italiano: l’esonero inaspettato di Daniele De Rossi dalla panchina della Roma. Per molti, questa decisione è stata un fulmine a ciel sereno, vista l’importanza che De Rossi rappresenta per il club capitolino sia come ex giocatore che come allenatore in erba. Moggi ha condiviso il suo pensiero in merito, riflettendo su come la scelta della società abbia sorpreso non solo i tifosi, ma anche gli addetti ai lavori.